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Il grande ritorno dei 34-36 mm: perché gli orologi piccoli conquisteranno il 2025

Il mondo dell’orologeria è pronto ad ammettere che abbiamo collettivamente sbagliato strada? Mentre i segnatempo maschili XXL hanno dominato per due decenni, un fenomeno affascinante si sta verificando nell’ombra: il ritorno trionfale delle casse da 34-36 mm, simboli di un’eleganza sofisticata che molti credevano definitivamente tramontata.

E se vi dicessi che il vostro prossimo orologio da collezione sarebbe… piccolo? Sorprendente, vero? Eppure, ciò che si sussurra nei salotti dell’orologeria da qualche stagione diventa un’evidenza nel 2025: le casse da 34 a 36 mm stanno detronizzando i loro cugini mastodontici da 42, 44 o 46 mm.

Questa rivoluzione silenziosa non ha nulla di aneddotico. Contrariamente alle idee preconcette propinate per vent’anni, un orologio non ha bisogno di essere imponente per affermare la sua presenza. Questo ritorno alle dimensioni contenute riflette un cambiamento profondo nel nostro rapporto con l’eleganza maschile: l’epoca del « bigger is better » cede il passo a una visione più raffinata in cui la discrezione diventa la vera firma del conoscitore.

Gli indizi sono ovunque. Case prestigiose come Rolex riportano il loro Explorer a 36 mm, le aste si infiammano per gli Omega Constellation « Pie Pan » da 35 mm, mentre i collezionisti si contendono gli Universal Genève Polerouter a prezzi mai visti. Non è un semplice effetto moda, ma un’onda di fondo che trasforma il mercato.

Scopriamo insieme perché questi segnatempo dalle dimensioni « vintage » rappresentano oggi uno dei segmenti più dinamici dell’orologeria contemporanea – e forse l’investimento più saggio per il vostro polso.

1. Storia dei diametri: cicli di moda e innovazioni tecniche

Evoluzione storica del diametro medio degli orologi maschili, con un picco intorno al 2010 seguito da un recente ritorno verso dimensioni più contenute.

Nel corso dei decenni, le dimensioni degli orologi da polso maschili hanno subito notevoli fluttuazioni.

Negli anni 1930-1950, una cassa da 30 a 34 mm era la norma per un orologio da uomo, riflettendo i limiti tecnici dell’epoca (calibri più piccoli a carica manuale) e un certo gusto per la discrezione.

A partire dagli anni 1960-1970, grazie all’ascesa dell’automazione e ad progressi come i primi movimenti automatici extra-piatti (l’invenzione del micro-rotore da parte di Universal Genève nel 1955, ad esempio), le casse raggiungono più volentieri i 35-36 mm. Tuttavia, si rimane entro proporzioni misurate.

Al contrario, gli anni ’80 e soprattutto gli anni ’90-2000 vedono un’inflazione progressiva del diametro medio: la follia degli orologi subacquei sovradimensionati, dei cronografi sportivi e l’apparizione di design audaci (Panerai Luminor, Audemars Piguet Royal Oak Offshore, ecc.) spingono le dimensioni comuni a 40 mm e oltre. Insomma, il periodo “big is better” raggiunge il suo apice negli anni 2000-2010 con pezzi da 44-46 mm su molti polsi.

Tuttavia, la storia è un eterno ritorno. A partire dalla fine degli anni 2010, si afferma una rinascita dei codici vintage: si riscopre la dolcezza visiva e il fascino degli orologi detti “mid-size”.

Fioriscono le riedizioni di modelli storici in diametri vicini all’originale (spesso 36-38 mm). Così, nel 2021, Rolex ha ricollocato il suo modello Explorer in una cassa da 36 mm (contro i 39 mm precedenti), segno che anche i marchi più influenti approvano questo ritorno alle origini.

Il cerchio si chiude: dopo diversi cicli in cui i vincoli tecnici (miniaturizzazione dei calibri, materiali) e le tendenze estetiche (gusto per lo spettacolare e poi per l’eleganza classica) hanno fatto variare le dimensioni dei segnatempo, assistiamo a un nuovo equilibrio.

Gli appassionati di orologeria di oggi, nostalgici dei modelli vintage, prediligono i diametri da 34 a 36 mm – dimensioni un tempo comuni, tornate ad essere di tendenza e ricercate. Le innovazioni tecniche hanno nuovamente un ruolo da svolgere per coniugare queste dimensioni contenute con le esigenze moderne (impermeabilità, riserva di carica aumentata, complicazioni), ma l’industria ha dimostrato in passato di saper affrontare questa sfida.

2. Vantaggi ergonomici ed estetici: comfort, proporzioni, universalità

Una cassa da 36 mm si adatta naturalmente al polso, garantendo comfort ed eleganza. Qui, un Rolex Datejust vintage da 36 mm indossato conferma proporzioni armoniose.

Perché si dice spesso che un orologio “ben proporzionato” fa dimenticare la sua presenza? Il comfort di un orologio da 34 a 36 mm è impareggiabile al polso.

Innanzitutto, in termini di portabilità: questi orologi mid-size sposano la curva del polso senza eccessi, scivolano facilmente sotto una manica di camicia e non “girano” attorno al braccio. Il loro peso moderato, grazie a un volume di cassa ridotto, si fa dimenticare quotidianamente – addio alla sensazione di un’incudine al polso a fine giornata.

Poi, l’equilibrio visivo di un quadrante contenuto è spesso più riuscito. Un quadrante da 34-36 mm offre una lettura pulita, senza le distese vuote che possono presentare diametri troppo generosi. Gli indici e i contatori secondari (se c’è una complicazione) trovano naturalmente il loro posto, conferendo al design una piacevole simmetria.

Esteticamente, un diametro piccolo evoca spontaneamente l’eleganza classica degli orologi degli anni 1950-60. Gli amanti del vintage apprezzano questi pezzi dall’aspetto discreto e raffinato, lontano dalle esagerazioni talvolta ostentate dei grandi segnatempo moderni.

Inoltre, una cassa modesta valorizza il polso stesso piuttosto che sommergerlo. Su un polso sottile, evita l’effetto “bracciale di forza” di un orologio troppo largo. Su un polso più robusto, assume una posizione di understatement molto chic.

Questa universalità è un grande vantaggio: un orologio da circa 35 mm può essere facilmente indossato da un uomo o una donna senza sembrare fuori luogo – laddove i mastodonti da 45 mm restano confinati a determinate corporature o stili di abbigliamento.

Infine, sottolineiamo il piacere quasi intimo procurato da queste dimensioni: l’orologio diventa un oggetto personale, che si indossa prima di tutto per sé. Lo si sente giusto al punto giusto, lo si guarda da vicino per apprezzarne i dettagli di finitura. Così, le casse da 34-36 mm restituiscono all’orologio ciò che non avrebbe mai dovuto smettere di essere: un compagno quotidiano, confortevole ed elegante, piuttosto che un dimostratore di potenza.

3. Meccanismi di valore 2025: rarità dei calibri compatti, storytelling, tendenza unisex

Nel 2025, l’entusiasmo per gli orologi di piccolo diametro non è solo una questione di gusto retrò: è accompagnato da fattori di valorizzazione concreti.

Innanzitutto, la rarità dei calibri meccanici compatti. Durante gli anni 2000-2010, molte manifatture hanno concentrato i loro sviluppi su movimenti di grandi dimensioni (28-32 mm di diametro) per equipaggiare orologi da 40 mm e oltre. Oggi, rilanciare la produzione di calibri extra-piatti o di piccolo diametro rappresenta un investimento significativo.

Alcune case come Jaeger-LeCoultre, Piaget o Vacheron Constantin dispongono ancora di un’esperienza in materia (calibri manuali JLC 849 di 1,85 mm di spessore, ad esempio, progettati per casse ridotte). Ma in generale, procurarsi un movimento performante in una cassa da 34 mm può rappresentare una sfida o un lusso.

Questa rarità tecnica alimenta il valore: un orologio contemporaneo che ospita un calibro “di nicchia” di piccolo diametro sarà percepito come esclusivo – e lo è, letteralmente, perché prodotto in piccole quantità rispetto ai calibri standard. I collezionisti capiscono che acquisire un pezzo dotato di un tale motore significa possedere un compimento orologiero in un formato insolito ai giorni nostri.

Poi, arriva lo storytelling. Ogni orologio da 34-36 mm racconta un po’ la storia di un’altra epoca. I marchi non si sbagliano: capitalizzano sui loro archivi per rieditare modelli emblematici in queste dimensioni.

Possedere un Omega Seamaster 1948 da 38 mm o un Longines Heritage Classic 36 mm significa portare un frammento di leggenda al polso. Meglio ancora, gli autentici vintage in questo intervallo di dimensioni godono di uno storytelling naturale: “era l’orologio di mio nonno”, “questo segnatempo ha conosciuto gli anni folli, la guerra, ecc.”.

Tanti elementi intangibili che gonfiano il valore percepito dell’oggetto. In orologeria, la provenienza storica e affettiva può contare tanto quanto la materia preziosa… Così, una piccola cassa, se carica di anima e aneddoti, diventa un grande atout sul mercato del collezionista.

Infine, la tendenza unisex spinge la domanda. Oggi, il confine tra orologi “da uomo” e “da donna” si attenua a favore di un approccio più libero. Uno stesso modello da 35 mm può essere indossato con stile da un uomo sensibile allo charme vintage, come da una donna in cerca di un orologio di carattere ma proporzionato al suo polso.

Questa convergenza di pubblico raddoppia potenzialmente il bacino di acquirenti per una stessa referenza: quello che ieri era un “piccolo diametro da uomo” può fungere da “taglia boyfriend” per signora, o semplicemente adattarsi a chiunque preferisca la discrezione. I marchi cavalcano questa onda inclusiva comunicando in modo meno di genere, o proponendo linee esplicitamente pensate per adattarsi a tutti.

Risultato, alcune referenze neo-vintage da 36 mm vanno a ruba perché piacciono “a 360°”, al di là delle consuete categorie di marketing.

In sintesi, nel 2025, la cassa piccola non è solo una questione di nostalgia: è un segmento a sé stante, dove il valore si costruisce sulla rarità tecnica, la ricchezza emotiva e la versatilità d’uso. In un’epoca in cui tutti possono sfoggiare un orologio grande e vistoso, il vero lusso è forse indossare un piccolo orologio pieno di finezza.

4. Selezione «Small-Case Smart Buy 2025» – 11 modelli da seguire da vicino

Passiamo dai principi alla pratica con una selezione approfondita di 11 orologi “small is big” che costituiscono eccellenti scelte d’acquisto nel 2025. Ciascuno è descritto con precisione, con i suoi punti di forza tecnici e storici. Troverete alla fine della sezione una tabella comparativa che riassume calibro, diametro, anno di riferimento e fascia di prezzo di ciascun modello.

Rolex Datejust 36 mm rif. 1601 – L’archetipo dell’orologio classico versatile, qui in versione acciaio anni ’60 (quadrante “pie-pan” argentato, lunetta in oro bianco). Un intramontabile.

1. Rolex Datejust 36 mm (rif. 1601): Icona imprescindibile di casa Rolex, il Datejust 36 mm ha attraversato le epoche senza invecchiare. La referenza vintage 1601 degli anni ’60, con il suo quadrante bombato “pie-pan” e la sua lunetta zigrinata in oro bianco, incarna meravigliosamente l’equilibrio delle proporzioni del Datejust. Il suo calibro automatico Rolex 1575, robusto e preciso, e la sua visualizzazione della data con lente Cyclope ne hanno fatto il modello quotidiano per eccellenza per generazioni di appassionati.

Perché è uno smart buy? Perché un Datejust 36 mm d’epoca offre il prestigio Rolex, l’eleganza intramontabile (sta bene sia in abito che con una polo) e un’affidabilità comprovata – il tutto a un prezzo ancora ragionevole sul mercato vintage rispetto ai modelli sportivi del marchio. Un classico “valore sicuro” la cui quotazione continua a salire moderatamente ogni anno man mano che gli esemplari in buono stato si rarefanno.

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Omega Constellation “Pie Pan” 35 mm – Un modello degli anni ’60 riconoscibile per il suo quadrante dai bordi sfaccettati. Qui in oro giallo, questo Constellation unisce prestigio (cronometro certificato) e formato contenuto.

2. Omega Constellation Automatic “Pie Pan” (35 mm): Vero simbolo dell’eccellenza Omega degli anni Sessanta, il Constellation “Pie Pan” deve il suo soprannome al quadrante dal bordo smussato che ricorda una tortiera. In 35 mm, questo segnatempo è stato uno dei primi orologi da polso certificati cronometro progettati per un vasto pubblico. Il suo calibro Omega 561 o 564 a rotore centrale unisce affidabilità e finitura curata (medaglione dell’Osservatorio sul fondello avvitato, garanzia di prestazioni cronometriche).

Perché è uno smart buy? Perché offre sia un fascino vintage pazzesco (indici in rilievo, stelle della certificazione sul quadrante) sia una meccanica di alto livello. In acciaio o in oro, il Constellation Pie Pan 34-35 mm rimane relativamente accessibile rispetto a modelli concorrenti (es. Rolex Datejust) pur offrendo un’aura storica e tecnica innegabile. È un pezzo d’elezione per chi desidera un orologio elegante di dimensioni moderate con un solido pedigree orologiero.

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Patek Philippe Calatrava 36 mm – Tutta la filosofia Patek in un orologio elegante e sobrio. Qui un modello del 1966 in oro giallo, 36 mm “jumbo” per l’epoca, di un’eleganza assoluta.

3. Patek Philippe Calatrava (33-36 mm a seconda della rif.): Sinonimo dell’orologio elegante per eccellenza, il Calatrava incarna dal 1932 lo stile Patek Philippe: rotondo, sobrio, elegante. Le referenze vintage abbondano intorno ai 33-35 mm (rif. 96 del 1932 ~31 mm, rif. 570 degli anni ’50 ~35 mm, ecc.), ma mettiamo in luce una rara versione “jumbo” da 36 mm del 1966 (rif. 3495 detta “monocoque”). Cassa extra-piatta in oro giallo, quadrante soleil champagne con indici a bastone, movimento Calibro 27-460 automatico di una finitura squisita…

Perché è uno smart buy? Perché un Calatrava vintage offre un biglietto d’ingresso – certo costoso – nell’universo molto chiuso di Patek Philippe. Il suo design è intramontabile, la sua qualità percepita e reale è eccezionale, e la sua produzione limitata ne fa un oggetto da collezione il cui valore non diminuisce. Le versioni da 33-35 mm sono apprezzate dai puristi, mentre le rare da 36 mm (“grandi” per Patek all’epoca) seducono coloro che desiderano un po’ più di presenza pur rimanendo nello spirito Calatrava. Insomma, possedere un Calatrava di piccolo diametro significa toccare con mano l’essenza del lusso orologiero discreto – un investimento patrimoniale tanto quanto un piacere quotidiano.

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Vacheron Constantin Patrimony 34 mm – Un design anni Sessanta di una finezza squisita, qui in oro 18 K. Il quadrante sobrio con indici romani e la sottigliezza della cassa illustrano la maestria di Vacheron in materia di orologi eleganti di piccolo diametro.

4. Vacheron Constantin Dress Watch (Patrimony 34-35 mm): Terzo pilastro della Santa Trinità orologiera, Vacheron Constantin ha prodotto negli anni 1950-60 sublimi orologi eleganti dai diametri contenuti. Ad esempio, una referenza Patrimony 34 mm in oro giallo del 1965, ultra-piatta e dotata di un quadrante opalino con indici romani, rappresenta il culmine del classicismo. Il suo calibro di manifattura K1001 a carica manuale, di uno spessore di circa 3 mm, testimonia una prodezza tecnica per l’epoca, il tutto racchiuso in un discreto scrigno di pochi grammi d’oro.

Perché è uno smart buy? I Vacheron vintage di piccole dimensioni sono ancora sottovalutati rispetto ai Patek equivalenti. Offrono tuttavia una qualità di realizzazione esemplare (quadranti spesso realizzati da Stern Frères, casse fabbricate da orafi ginevrini) e il prestigioso retaggio della più antica manifattura (1755) ancora in attività. Acquistare un elegante segnatempo Vacheron 35 mm degli anni Sessanta significa approfittare di una certa “aura” di lusso a un prezzo certo elevato ma lontano dalla follia delle aste Patek o Rolex. E con la recrudescenza di interesse per questi pezzi, si osserva un aumento regolare della loro quotazione – il momento è opportuno per scovarne uno prima che diventino le prossime star delle vendite vintage.

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5. Universal Genève Polerouter (34,5 mm): Creazione del giovane Gérald Genta nel 1954, il Polerouter è uno dei primi orologi automatici a micro-rotore della storia. La sua cassa in acciaio di circa 34,5 mm ospita il calibro UG 215 Microtor, il cui ingegnoso rotore periferico permise di ridurre lo spessore del movimento. Il design del Polerouter, con le sue eleganti anse “intrecciate” e il suo doppio bordo del quadrante (minuteria e anello a specchio), è al contempo tipicamente anni Cinquanta e incredibilmente moderno.

Perché è uno smart buy? Vera leggenda all’ombra dei giganti, l’Universal Polerouter offre una dose di “cool factor” enorme per un budget ancora ragionevole. A lungo sottovalutato, vede la sua popolarità aumentare grazie al suo designer stellare (Gérald Genta, padre del design del Royal Oak e del Nautilus) e al suo contenuto tecnico avanzato. Da collezione nel 2025, un Polerouter 35 mm in buono stato, soprattutto in varianti specifiche (quadrante nero laccato, versione Polerouter Date tropicale, ecc.), può ancora essere trovato a qualche migliaio di euro. Tenuto conto della sua importanza storica e della sua relativa rarità, è un orologio il cui valore non può che aumentare man mano che gli intenditori se lo contendono.

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6. IWC Mark XI (36 mm): Sviluppato nel 1948 per la Royal Air Force, l’IWC Mark XI è un leggendario orologio da pilota, la cui cassa da 36 mm è stata per lungo tempo il riferimento assoluto in materia di proporzioni per un orologio strumento. Il suo quadrante nero ultra-leggibile (cifre bianche, triangolo a ore 12) e il suo calibro di manifattura IWC 89 a carica manuale ne fanno un gioiello di affidabilità e semplicità funzionale. Prodotto fino all’inizio degli anni ’60, spesso dotato di un sistema antiurto e di una gabbia antimagnetica, il Mark XI ha attraversato le epoche senza invecchiare esteticamente.

Perché è uno smart buy? Gli orologi militari autentici sono di tendenza, e questo cumula i vantaggi: una storia ricca (equipaggiamento degli aviatori britannici), una fabbricazione firmata IWC (grande maison di Sciaffusa) e un diametro di 36 mm molto portabile oggi. Sul mercato dei collezionisti, gli esemplari in buono stato con marchiature militari originali sono molto ricercati. Il loro prezzo è aumentato (intorno ai 5.000-10.000 € a seconda dello stato e della provenienza), ma resta giustificato dalla qualità e dalla crescente rarità di questi pezzi – tanto più che l’onda neo-vintage rimette in luce questi orologi dall’aspetto sobrio ma dal fascino pazzesco. Un Mark XI è un investimento “piacere-sicurezza”: piacere di indossare un orologio storico quotidianamente, e sicurezza di possedere un oggetto la cui domanda non diminuirà.

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Tudor Submariner Prince Oysterdate mid-size 36 mm
Tudor Submariner “mid-size” rif. 75090 – Versione 36 mm del Sub Tudor, qui modello circa 1995 con quadrante nero e data. Un subacqueo versatile, raro in questo diametro.

7. Tudor Submariner “Mid-Size” (36 mm, rif. 75090): Negli anni 1980-90, Tudor (sottomarca di Rolex) propose versioni ridotte del suo Submariner destinate a polsi più sottili e al pubblico asiatico. La referenza 75090, detta “mid-size”, offre un diametro di 36 mm poco comune per un subacqueo automatico. Riprende l’estetica del Submariner classico: lunetta girevole 60 minuti, corona e fondello avvitati, quadrante nero con grandi indici rotondi luminescenti e lancette “Mercedes”.

Animata da un calibro automatico ETA 2824-2 affidabile, assicura i 200 m di impermeabilità pur offrendo un ingombro ridotto.

Perché è uno smart buy? A lungo snobbate dai puristi ossessionati dai 40 mm, queste versioni mid-size conoscono un ritorno di interesse esplosivo con la tendenza attuale. I collezionisti si rendono conto che un Submariner 36 mm conserva tutta la funzionalità e lo stile del fratello maggiore, pur essendo molto più raro sul mercato. Il suo posizionamento Tudor ne fa inoltre una porta d’accesso meno onerosa al mondo dei “Sub”. Risultato: i prezzi dei 75090 (o equivalenti Prince Oysterdate Sub) hanno iniziato a salire seriamente negli ultimi due anni. Acquistare un esemplare ora significa cavalcare l’onda crescente della valorizzazione Tudor vintage, con un orologio accattivante per tutti i giorni e destinato a diventare un piccolo pezzo da collezione di domani.

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Cartier Santos Carrée bicolore 1978, cassa 35 mm
Cartier Santos Carrée 1978 – Primo modello Santos moderno in acciaio e oro, cassa quadrata ~35 mm. Questo segnatempo unisex iconico prefigura il ritorno in auge dei formati contenuti.

8. Cartier Santos Galbée (35 mm): Il Cartier Santos, creato originariamente nel 1904 per l’aviatore Santos-Dumont, è stato reinventato nel 1978 in una versione moderna bicolore acciaio/oro con bracciale integrato avvitato. La sua cassa quadrata misurava circa 35 mm di lato, una dimensione volutamente “universale” che ha contribuito al suo successo folgorante. Con il suo quadrante bianco con numeri romani, le sue lancette azzurrate e il suo rubino sulla corona di carica, il Santos è l’emblema dello charme parigino.

Perché è uno smart buy? Icona di design, il Santos degli anni ’80-’90 nella taglia Galbée 29 mm (modello medio) o XL 32 mm di larghezza – equivalenti a ~35 mm rotondi – è stato a lungo considerato un orologio femminile o di piccole dimensioni.

Ma le cose stanno cambiando: molti uomini riscoprono questo orologio sottile e distintivo, mentre le donne continuano ad apprezzarlo, facendo esplodere la domanda sul mercato dell’usato. Il suo prezzo sale alle stelle per alcune referenze (le prime serie “Carrée” firmate C de Cartier, o le edizioni limitate). Tuttavia, rispetto ai modelli Cartier Tank vintage, il Santos rimane accessibile. Investire in un Santos Galbée 35 mm ora significa scommettere su un classico intramontabile la cui quotazione salirà con l’onda neo-vintage – regalandosi al contempo un segnatempo tanto comodo quanto elegante, che attira l’attenzione senza mai essere pacchiano. Una scelta tanto razionale quanto passionale.

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Seiko King Seiko 45-7001 (36 mm) – Un esempio di King Seiko fine anni ’60, cassa 36 mm con spigoli “Grammar of Design”, quadrante argento e movimento Hi-Beat 36.000 alternanze.

9. Seiko “King Seiko” 45-7001 (36 mm): Accanto a Grand Seiko, Seiko produceva negli anni ’60-’70 i “King Seiko”, orologi di alta gamma riservati al mercato interno giapponese. La referenza 45-7001 del 1968 circa ne è un fiore all’occhiello: cassa in acciaio da 36 mm dagli spigoli vivi che rispettano il celebre Grammar of Design di Taro Tanaka (superfici piane lucidate e angoli netti), quadrante “silver sunburst” con indici sfaccettati, e soprattutto un calibro 45A Hi-Beat a 36.000 alternanze/ora (10 bps) che rivaleggiava in precisione con gli svizzeri.

Perché è uno smart buy? I Seiko vintage da collezione sono in forte crescita, e i King Seiko Hi-Beat sono ancora relativamente sottovalutati rispetto ai Grand Seiko.

Tuttavia, condividono gran parte del loro DNA tecnico ed estetico, per una frazione del prezzo. Si trovano King Seiko 45-7001 (movimento senza data) o 45-7000 (con data) intorno ai 1000-1500 €, spesso con eleganti patine. Vista la qualità di fabbricazione (questi orologi erano cronometri non ufficiali) e la rarità fuori dal Giappone, rappresentano un’opportunità di investimento e di piacere orologiero certa. Il diametro di 36 mm, ideale, permette di indossarli facilmente quotidianamente – un toolwatch elegante che sorprenderà gli appassionati intenditori e il cui valore seguirà l’entusiasmo crescente per il patrimonio orologiero giapponese.

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Jaeger-LeCoultre Memovox “Parking” (37 mm) – Un po’ fuori formato (37 mm), questo Memovox automatico degli anni ’60 ricorda che gli orologi con sveglia rimasero di dimensioni contenute. Doppia corona, quadrante con disco della sveglia, una complicazione ludica in una cassa ragionevole.

11. Jaeger-LeCoultre Memovox (35-37 mm a seconda della rif.): Imbrogliamo leggermente con 1 mm in più, ma come non citare il Memovox, il famoso orologio-sveglia di JLC? Le referenze Memovox degli anni ’50-’60 oscillano tra 34 e 37 mm, la più classica essendo la E855 automatica (37 mm) o la E853 manuale (35 mm). Cassa “classica” ma spessa, doppia corona (una per l’ora, l’altra per caricare la sveglia), disco centrale mobile che funge da quadrante della sveglia – il Memovox è al contempo utile e follemente accattivante con il suo brrr sonoro che vi ricorda un appuntamento.

Perché è uno smart buy? I Memovox vintage sono stati a lungo sotto i radar, ma la tendenza si sta invertendo. I loro prezzi sono ancora accessibili (contare 3.000-6.000 € per un bell’esemplare in acciaio, di più in oro o con quadranti particolari), e si assiste a un ritorno di interesse perché la stessa Jaeger-LeCoultre sta rimettendo in primo piano il suo retaggio (riedizioni del Polaris Memovox, esposizione al museo, ecc.).

Possedere un Memovox significa possedere una complicazione utile e divertente della metà del XXo secolo, alloggiata in uno scrigno di dimensioni contenute. Inoltre, essendo JLC una manifattura di primo piano, la qualità di questi orologi è all’altezza – e si sa che il mercato finisce sempre per riconoscere il vero valore. Un Memovox 35-37 mm è quindi una scommessa ragionevole sull’originalità e la rarità: avrete sia il piacere di un orologio vintage dal fascino pazzesco (provate a far suonare la sua sveglia la sera davanti ad altri appassionati, effetto garantito!) sia la quasi certezza di vederne il valore mantenersi, o addirittura crescere, man mano che questi modelli diventeranno più difficili da scovare.

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Modello & referenzaCalibro (tipo)DiametroPeriodoFascia di prezzo 2025
Rolex Datejust 16011575 (auto)36 mmanni ’605–8 k€
Omega Constellation “Pie Pan”561/564 (auto)34–35 mmanni ’602–4 k€
Patek Philippe Calatrava27-460 (auto)33–36 mmanni ’50–’7010–20 k€+
Vacheron Constantin dressK1001 (manuale)34–35 mmanni ’605–8 k€
Universal Genève Polerouter215 Microtor (auto)34,5 mmanni ’50–’602–6 k€
IWC Mark XI RAF89 (manuale)36 mmanni ’505–10 k€
Tudor Submariner 75090ETA 2824-2 (auto)36 mmanni ’904–6 k€
Cartier Santos GalbéeETA 2671 (auto)35 mmfine anni ’70–’802–4 k€
Seiko “King Seiko” 45KS45A (manuale, Hi-Beat)36 mmfine anni ’601–2 k€
JLC Memovox E855K825 (auto)37 mmanni ’603–6 k€

5. Tendenze dei prezzi & catalizzatori futuri: analisi e grafici

Cosa ne è della tendenza dei prezzi per questi orologi di piccolo diametro? Le analisi di mercato indicano una progressione regolare del loro valore medio negli ultimi dieci anni.

Il grafico soprastante illustra un indice dei prezzi (base 100 nel 2015) di alcuni modelli vintage da 34-36 mm presi arbitrariamente, convertiti in diverse valute (USD, EUR, JPY, SGD). In dollari (USD) si constata un aumento di circa il +120% nel decennio: ciò riflette la forte rinnovata domanda per queste referenze un tempo trascurate. In euro (EUR), l’aumento è simile (+110%), mentre in yen giapponesi (JPY) l’indice sale ancora di più (+150%) – effetto combinato dell’aumento intrinseco degli orologi E della perdita di valore dello yen rispetto al dollaro, che rende gli orologi più costosi localmente in Giappone. Singapore (SGD) segue una curva intermedia (+130%), confermando che su tutti i principali mercati dei collezionisti (Stati Uniti, Europa, Asia), il movimento di rivalutazione è globale.

Diversi catalizzatori futuri potrebbero prolungare o accentuare questa tendenza al rialzo.

Da un lato, il testimone inizia a essere passato dalle grandi case d’asta: abbiamo visto di recente Universal Polerouter o IWC Mark XI raggiungere prezzi record per esemplari eccezionali (provenienza militare, stato nuovo di fabbrica, ecc.). Queste vendite vetrina agiscono come parametri di riferimento che trascinano l’intero complesso dei prezzi verso l’alto – un fenomeno ben noto per Rolex, ad esempio, che inizia ad applicarsi a questi modelli di nicchia.

Dall’altro lato, i media specializzati e gli influencer giocano un ruolo: la copertura di eventi come Only Watch o i GPHG che mettono in luce riedizioni di orologi più piccoli, gli articoli (“Perché 36 è il nuovo 40?”) si moltiplicano, alimentando l’entusiasmo del pubblico e quindi la disponibilità a pagare di più.

Sul piano valutario, si può anche prevedere che la relativa debolezza dell’euro e dello yen renda gli orologi europei e giapponesi attraenti per gli acquirenti stranieri (americani, cinesi) che vengono a caccia su questi mercati, facendo salire meccanicamente i prezzi a livello locale. Uno yen che rimanesse basso potrebbe far aumentare ulteriormente gli indici in JPY, come si vede nel grafico dove la curva JPY supera le altre.

Al contrario, un inasprimento monetario globale (aumento dei tassi di interesse) potrebbe calmare la frenesia speculativa sui pezzi da collezione – ma finora, il segmento degli orologi vintage resistenti (quelli di cui parliamo qui) ha mostrato una certa resilienza, essendo gli acquirenti spesso più appassionati che speculatori.

In proiezione, è ragionevole prevedere un aumento continuo ma moderato dei prezzi, con alcune accelerazioni puntuali dovute ai catalizzatori menzionati. Gli orologi da 34-36 mm possiedono un doppio appeal: quello della rarità (come abbiamo visto) e quello della portabilità per la nuova generazione di collezionisti, spesso più giovani, misti e alla ricerca di segnatempo originali ma facili da indossare.

Questo bacino di acquirenti crescerà, assicurando una domanda sostenuta. Se si aggiunge la paura di perdersi qualcosa (“FOMO”) che si instaura quando si vedono i prezzi salire di anno in anno, c’è da scommettere che i prossimi cinque anni vedranno ancora un bell’incremento del valore di questi pezzi. Solo una grave crisi economica o un completo ribaltamento della moda potrebbe invertire la rotta – e anche in quel caso, gli orologi piccoli con un carattere storico si comportano quasi come opere d’arte, rifugi di valore in tempi incerti.

In conclusione, la tendenza dei prezzi è chiaramente al rialzo per gli orologi da 34 a 36 mm, trainata da catalizzatori strutturali (rarità, mix della domanda) e congiunturali (tassi di cambio, effetto media). Per gli appassionati, forse è questo il momento di acquistare i modelli ambiti prima che diventino fuori portata. “Piccolo è grande”… e sempre più costoso, potrei aggiungere maliziosamente.

6. Checklist acquisto & manutenzione: autenticazione, servizi, reti autorizzate

Acquistare un orologio vintage o neo-vintage da 34-36 mm richiede altrettante precauzioni di qualsiasi altro pezzo da collezione. Ecco una checklist da tenere a mente per un acquisto sereno e una manutenzione ottimale del vostro tesoro orologiero:

  • Autenticazione meticolosa: verificate i numeri di serie e di referenza incisi sulla cassa (tra le anse, sul fondello) e assicuratevi che corrispondano bene ai documenti o agli archivi disponibili. Confrontate quadrante, lancette, corona con foto di riferimento affidabili; gli orologi di piccolo diametro, un tempo meno quotati, sono stati talvolta modificati o “frankensteinizzati” (assemblaggio di pezzi diversi). In caso di dubbio, non esitate a richiedere la perizia di un orologiaio autorizzato o di un conoscitore sui forum specializzati.
  • Stato del movimento e storico della manutenzione: un calibro vintage compatto può essere delicato da rimettere in sesto, soprattutto se si tratta di un pezzo raro (alcuni ricambi non si fabbricano più). Privilegiate un esemplare di cui il venditore possa attestare una manutenzione recente da parte di un professionista. Esaminate la pulizia del movimento a occhio nudo o con la lente durante l’acquisto: tracce di ossidazione, di ottone a vista o residui di vecchio olio sono il segno che una revisione è necessaria. Per i pezzi moderni (es. Baltic MR01), verificate se la garanzia del costruttore è ancora valida.
  • Reti di vendita autorizzate: se investite una somma considerevole in un Patek, un Rolex o un Vacheron vintage, privilegiate i venditori rinomati. Le case d’asta rinomate, le piattaforme certificate (Chrono24 con Trusted Checkout, ecc.) o i commercianti affermati offrono maggiori garanzie di un piccolo annuncio tra privati – anche se le buone sorprese esistono ovunque, anche il rischio. In Francia, boutique come Lepage, Bucherer (per il Certified Pre-Owned) o esperti come quelli della comunità Les Rhabilleurs possono orientarvi. In ogni caso, esigete la trasparenza totale sugli interventi effettuati sull’orologio (lucidatura della cassa, cambio di pezzi, ecc.).
  • Manutenzione su misura: una volta acquisita la bellezza, prendetevene cura. Evitate di indossarla durante attività violente: nonostante la loro robustezza talvolta (cfr. IWC Mark XI o Tudor Sub), questi vecchi orologi chiedono solo di vivere a lungo senza subire urti inutili. Fate funzionare le complicazioni (sveglia del Memovox, data) rispettando le istruzioni d’epoca per non forzare i meccanismi in orari inappropriati. Conservate il più possibile gli elementi originali: bracciale, fibbie firmate, scatola e documenti se avete la fortuna di averli – ciò preserva il valore.
  • Revisioni presso orologiai autorizzati: affidate l’orologio a un orologiaio esperto di vintage, o addirittura direttamente al servizio assistenza del marchio se questo offre un servizio per i pezzi antichi (Jaeger-LeCoultre, ad esempio, ha un reparto Heritage molto competente). Per gli orologi impermeabili, fate cambiare le guarnizioni e testare l’impermeabilità se intendete bagnarli, ma non insistete se il modello è troppo vecchio per garantire un’impermeabilità perfetta. Infine, chiedete sempre che vi vengano restituiti i pezzi sostituiti (vetro, corona, ecc.) – per ogni evenienza, è meglio per la documentazione.
Orologiaio che regola gli ingranaggi di un movimento vintage
Rivolgersi a un orologiaio qualificato è essenziale per la manutenzione di un orologio vintage da 34-36 mm. Qui, un artigiano regola con precisione un meccanismo di un orologio antico.

Seguendo questi consigli, massimizzerete le vostre possibilità di godere appieno, e a lungo termine, del vostro segnatempo “Small Is Big”.

L’acquisto di un orologio da 34-36 mm, che sia vintage o una riedizione moderna, è un viaggio nel tempo tanto quanto un investimento emotivo e finanziario. Autentico, ben mantenuto, diventerà senza dubbio il fedele compagno dei vostri momenti importanti – e perché no, il pezzo preferito che i vostri cari si contenderanno tra qualche decennio.

Non dimentichiamo che la passione orologiera si nutre di trasmissione: e quale trasmissione più bella di un orologio a misura d’uomo, ricco di significato e storia, che attraversa le generazioni con eleganza? Piccolo è grande… e per molto tempo!

Valery

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