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I tre orologi Tudor vintage più ricercati dai collezionisti nel 2025

Sai davvero cosa indossi al polso quando sfoggi un Tudor vintage? Molto più di una semplice « sorella minore » di Rolex…

Quando si parla di orologi da collezione, gli sguardi si rivolgono naturalmente ad alcuni marchi prestigiosi di cui nessuno osa pronunciare il nome per paura di far salire ulteriormente i prezzi. Ma all’ombra dei grandi nomi, una casa orologiera ha silenziosamente scritto un affascinante capitolo della storia dell’orologeria: Tudor.

Ciò che rende gli orologi Tudor vintage degli anni ’60-’70 così straordinari non è solo la loro qualità di fabbricazione Rolex (eh sì, stessa corona, stessa cassa Oyster), ma la loro audacia stilistica che la casa madre non avrebbe mai osato. Quando i Rolex Daytona mostravano un aspetto austero e monocromatico, i cronografi Tudor « Monte Carlo » esplodevano di colori con i loro quadranti che evocavano tavoli da roulette. Mentre i classici Submariner rispettavano un codice immutabile, i Tudor « Snowflake » rivoluzionavano la leggibilità subacquea con le loro lancette a forma di fiocco di neve.

Questi segnatempo di carattere, un tempo all’ombra dei loro prestigiosi cugini, raggiungono oggi somme vertiginose nelle aste – alcuni modelli « Monte Carlo » superano i 20.000 €, e i rari Submariner che hanno equipaggiato la Marine Nationale francese vengono scambiati a peso d’oro.

1. Contesto storico: perché questi modelli Tudor furono rivoluzionari

Il marchio Tudor fu fondato nel 1926 e sviluppato da Hans Wilsdorf (il fondatore di Rolex) con l’idea di offrire orologi robusti e affidabili come i Rolex, ma a un prezzo più accessibile. Nel corso degli anni dal 1950 al 1970, Tudor si emancipò progressivamente dallo stile della sua casa madre e introdusse design e funzionalità innovativi che avrebbero segnato la storia dell’orologeria. Comprendere il contesto dell’epoca permette di apprezzare perché alcune referenze Tudor vintage siano oggi così ricercate dai collezionisti.

Negli anni ’60, mentre Rolex si atteneva a codici estetici molto consolidati, Tudor si assumeva rischi creativi. Nel 1969, Tudor presentò ad esempio un nuovo Submariner con un quadrante con larghi indici quadrati e lancette atipiche a forma di fiocco di neve (soprannominate « Snowflake ») – un cambiamento radicale rispetto ai tradizionali cerchi e lancette « Mercedes » di Rolex. Questa evoluzione, motivata da una migliore leggibilità sott’acqua per i subacquei della Marina, segnò l’inizio di un linguaggio estetico proprio di Tudor.

La Snowflake affermò l’indipendenza di Tudor come marchio di orologi-strumento dal design unico, cosa che all’epoca fu percepita come rivoluzionaria nel mondo degli orologi subacquei. Questi Tudor Submariner sarebbero stati adottati dalla Marine Nationale francese (MN) negli anni ’70 per equipaggiare i suoi sommozzatori, sottolineando la loro affidabilità in condizioni estreme.

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Parallelamente, Tudor si distinse anche nel campo dei cronografi. Nel 1970, Tudor lanciò il suo primo cronografo Oysterdate (ref. 7031), soprannominato « Homeplate » per i suoi indici a forma di pentagono. L’anno successivo, nel 1971, la seconda generazione di cronografi Tudor apportò notevoli miglioramenti tecnici e un design audace ispirato ai giochi da casinò. Questi modelli, rapidamente battezzati « Monte Carlo » dai collezionisti per via dei loro quadranti variopinti che evocavano una roulette, sfoggiavano vivaci combinazioni di colori (grigio, blu, arancione) mai viste prima in Rolex all’epoca. Laddove Rolex proponeva un cronografo Daytona monocromatico e senza data, Tudor osava un datario a ore 6 con lente ciclopica e colori sgargianti – una vera e propria assunzione di rischio stilistico nel 1971. Inoltre, questi cronografi Tudor utilizzavano movimenti Valjoux evoluti (ci torneremo) che offrivano una maggiore precisione. Tudor si posizionò così come pioniere del cronografo accessibile e ad alte prestazioni, in un’epoca in cui l’orologio sportivo conosceva un’ascesa folgorante.

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Infine, non bisogna dimenticare che Tudor ha innovato anche in altre complicazioni. Già nel 1957, Tudor propose ad esempio il modello Advisor, un orologio da polso con sveglia (allarme) – una funzionalità rara condivisa all’epoca solo con alcune referenze Jaeger-LeCoultre. Questo Tudor Advisor integrava un calibro con suoneria meccanica alloggiato in una cassa impermeabile con marchio Rolex, e il suo lancio fu accompagnato da pubblicità che ne sottolineavano l’ingegnosità « per ricordarvi i vostri appuntamenti ». A soli £33 nel 1958, l’Advisor offriva l’ingegnosa sveglia in un orologio elegante accessibile, dimostrando lo spirito di innovazione pratica di Tudor (vedi figura sotto).

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Pubblicità del 1958 per il Tudor Advisor, che mostra l'orologio sveglia e il testo promozionale che evidenzia l'allarme – Prezzo visualizzato: £33 – Prodotto da Rolex
Pubblicità d’epoca (1958) per il Tudor Advisor con funzione sveglia – si noti il testo di marketing « It has an ALARM to remind you » su sfondo rosso e la menzione « Made by Rolex » che sottolinea il legame di fabbricazione – Credito: Ad Patina

Grazie a queste scelte audaci, Tudor ha saputo imporre uno stile neo-rétro prima del tempo: orologi-strumento dall’estetica originale (quadranti Snowflake, Monte Carlo, ecc.), dotati di complicazioni utili (data, cronografo, sveglia) e di una qualità di fabbricazione Rolex. Per gli amanti degli anni Sessanta e Settanta, questi modelli Tudor offrivano quindi un’alternativa rivoluzionaria: il savoir-faire Rolex senza pagarne il prezzo elevato. Potevano così sfoggiare al polso orologi subacquei o da corsa automobilistica altrettanto performanti e distintivi, firmati Tudor ma « Made by Rolex » – come indicavano d’altronde alcune pubblicità dell’epoca in Giappone, dove Tudor si associò a una scuderia automobilistica.

Pubblicità giapponese del 1968 circa che associa Tudor agli sport motoristici. Si vede la Porsche 906 con i colori di Tudor Watches e un Tudor Submariner illustrato in basso. Questo tipo di comunicazione rafforzava l’immagine robusta e sportiva dei Tudor – Credito: Rolex Magazine (Jake’s Rolex World)

In sintesi, i Tudor vintage da collezione furono rivoluzionari per la loro epoca perché seppero combinare l’eredità Rolex e l’innovazione audace: casse Oyster impermeabili, movimenti svizzeri affidabili, ma design distintivi e complicazioni nuove. Che fosse per i sommozzatori militari francesi, i piloti da corsa giapponesi o i gentiluomini in abito, Tudor proponeva orologi di carattere, spesso in anticipo su Rolex in alcuni settori (primo cronografo automatico già nel 1976 da Tudor contro il 1988 da Rolex, ad esempio), il tutto a una tariffa più accessibile. È questa filosofia originale degli anni ’60-’70, fatta di creatività tecnica e audacia stilistica, che spiega perché oggi i collezionisti considerano questi modelli Tudor vintage come veri tesori orologieri.

2. Movimenti e complicazioni maggiori: date chiave e innovazioni tecniche

Se l’estetica ha distinto i Tudor vintage, i loro movimenti e le complicazioni interne meritano altrettanta attenzione. Tudor ha infatti costruito la sua reputazione sull’utilizzo di collaudati calibri svizzeri (FHF, ETA, Valjoux) che ha saputo migliorare o adattare alle esigenze di robustezza, introducendo al contempo funzioni utili. Passiamo in rassegna le principali evoluzioni in termini di movimenti e complicazioni per le nostre referenze di punta:

  • Calibri di base (anni 1950-60): I Tudor di questi decenni montano movimenti meccanici di rinomati fornitori svizzeri, scelti per la loro affidabilità. Ad esempio, molti Oyster Prince degli anni ’60 sono animati da calibri automatici ETA 24xx (o FE) a 25 rubini, noti come « Tudor Auto-Prince ». Questa scelta permetteva a Tudor di assicurare un’eccellente precisione a costi inferiori, offrendo al contempo carica automatica e talvolta la data (modelli Oysterdate). Un calibro degno di nota è l’ETA 2484 (automatico con data) presente nei Tudor Prince Date-Day o Ranger del 1967. Per quanto riguarda la precisione, questi movimenti battono generalmente a 18.000 alternanze/ora negli anni ’60 (cioè 5 battiti/sec), uno standard prima dell’era delle alte frequenze.
  • La funzione sveglia (1957): Tudor introduce il calibro FE 120 modificato (sveglia meccanica) nel Tudor Advisor. Questa complicazione aggiunge un bariletto e un martelletto, consentendo di programmare una sveglia sonora. L’Advisor (ref. 7926) diventa così uno dei rari orologi da polso con sveglia dell’epoca, insieme al Memovox di Jaeger-LeCoultre. Prefigura l’attenzione di Tudor per le complicazioni pratiche.
  • Orologi subacquei (anni 1960-70): I primi Tudor Submariner (ref. 7928 o 7016) prendono in prestito il calibro automatico ETA 390 e poi l’ETA 2776 (versione con arresto dei secondi). Nel 1969, il passaggio a movimenti ETA con secondi centrali e data permette a Tudor di aggiungere una funzione data al Submariner ref. 7021. Successivamente, il famoso modello Snowflake no-date 9401/0 lanciato nel 1976 è dotato del calibro ETA 2776 con stop-secondi (17 rubini), mentre la sua versione Date 9411/0 riceve il calibro ETA 2784 (21 rubini, con data). L’aggiunta del dispositivo di hacking (stop-secondi) è particolarmente apprezzata in un contesto militare, poiché consente ai sommozzatori di sincronizzare esattamente il loro orologio – funzionalità cruciale in missione. Inoltre, questi movimenti che ruotano a 21.600 alternanze/ora offrono una migliore precisione rispetto alle generazioni precedenti. Per quanto riguarda le complicazioni subacquee, i Tudor Submariner adottano naturalmente la lunetta girevole unidirezionale graduata a 60 minuti (dagli anni ’60) per il calcolo dei tempi di immersione, e beneficiano di un’impermeabilità garantita a 200 m (grazie alla cassa Oyster e alla corona a vite Rolex Twinlock). In sintesi, degli orologi-strumento subacquei molto evoluti tecnicamente, affidabili e facili da manutenere (grazie ai comuni calibri ETA).
Tudor Submariner Snowflake rif. 94110 quadrante blu, vista frontale su bracciale Oyster
Submariner «Snowflake» blu 94110 – Credito: Analog:Shift
Profilo laterale del Tudor Snowflake 94110 che mostra la lunetta in alluminio blu e la carrure Oyster
Vista di profilo dello Snowflake 94110 – Credito: Analog:Shift
Pubblicità su rivista Tudor Submariner «Works Better Under Pressure» pagina 1 che mostra lo Snowflake Lollipop rif. 76100
Annuncio «Works Better Under Pressure» (1985) – Credito: Analog:Shift / Ad Patina
Pagina 2 della pubblicità Tudor che illustra il taglio tecnico della cassa Oyster Submariner
Dettaglio tecnico della campagna 1985 dedicata alla robustezza Tudor – Credito: Analog:Shift / Ad Patina
  • Cronografi manuali (1970-1971): Il primo cronografo Tudor Oysterdate del 1970 (ref. 7031/0) monta un calibro Valjoux 7734 manuale. Questo movimento di cronografo a camme, 17 rubini, batte a 18.000 A/h e offre 45 minuti di cronometraggio con funzione data – è infatti lo stesso « motore » di molti cronografi svizzeri accessibili della fine degli anni ’60. Tuttavia, già nel 1971, Tudor migliora il cuore dei suoi cronografi: la seconda serie, detta Monte Carlo, abbandona il 7734 per il calibro Valjoux 234, sempre a carica manuale ma ad alta frequenza (21.600 A/h) e dotato di un meccanismo a ruota a colonne molto più sofisticato. Risultato: una misurazione del tempo più precisa e un azionamento dei pulsanti più netto e dolce (grazie alla ruota a colonne). Questo calibro 234 conserva i 45 minuti di totalizzazione e la data rapida, il che lo rende un movimento estremamente completo per l’epoca. Le referenze dei cronografi Tudor 7149, 7159 e 7169 prodotte tra il 1971 e il 1977 beneficiano tutte di questo importante miglioramento tecnico. Da notare che nessun cronografo Rolex dell’epoca (i Daytona calibro Valjoux 72) aveva né data né frequenza di 21.600 A/h – Tudor offriva quindi un vero plus tecnico su questo segmento.
Cronografo Tudor Monte Carlo 7159 in condizioni eccezionali – Credito: WatchProSite
Primo piano del quadrante blu/grigio del cronografo Tudor Monte Carlo rif. 7169 con lunetta 12h
Cronografo Monte Carlo 7169, quadrante «roulette» – Credito: Bulang & Sons
  • Cronografi automatici (1976): Tudor fa molto forte nel 1976 lanciando il cronografo Oysterdate detto « Big Block » (ref. 9430, 9420), equipaggiato questa volta con un calibro Valjoux 7750 a carica automatica. Questo movimento tricompax (3 sotto-contatori) batte a 28.800 A/h e propone oltre al cronografo (12h, 30min, piccoli secondi) un datario a ore 3 – è lo stesso che equipaggerà più tardi alcuni Breitling o Tag Heuer. Tudor è così uno dei primi marchi al mondo a commercializzare un cronografo automatico (solo Zenith con l’El Primero e Heuer/Breitling con il Chronomatic lo avevano fatto nel 1969, ma Rolex vi si dedicherà solo nel 1988 con il Daytona Zenith). Questo « Big Block » Tudor del 1976 è rivoluzionario: combina la comodità di una carica automatica alla robustezza del 7750, in una cassa Oyster spessa (da cui il suo soprannome di Big Block). Segna una data chiave in cui Tudor precede Rolex sulla modernità del cronografo. Da quel momento in poi, Tudor non cesserà di migliorare i suoi cronografi (ref. 79180 alla fine degli anni ’80 con vetro zaffiro, ecc.), mentre i modelli vintage manuali Monte Carlo guadagnano in aura da collezione.
  • Altre complicazioni: Sebbene Tudor si sia concentrata principalmente sulle funzioni essenziali (ora, data, cronografo, sveglia), si può menzionare l’apparizione nel 1969 di modelli Day-Date (doppio datario giorno+data, ref. 7017) che riprendono la complicazione emblematica del Rolex President in un formato più grande (39 mm). Allo stesso modo, alcuni Tudor Prince degli anni ’70 propongono l’indicazione 24 ore o la riserva di carica, ma questi pezzi rimangono rari. L’essenziale da ricordare è la strategia Tudor: utilizzare calibri collaudati e accessibili, aggiungervi funzionalità utili e garantire una robustezza impeccabile. Questo approccio tecnico spiega perché ancora oggi un Tudor Submarine o Crono vintage possa essere indossato quotidianamente senza problemi di affidabilità, a condizione di una buona manutenzione.

In sintesi, gli orologi Tudor vintage da collezione combinano movimenti svizzeri affidabili (ETA, Valjoux) con innovazioni notevoli per l’epoca: introduzione dello stop-secondi nei Submariner militari, adozione precoce del cronografo automatico, presenza di un datario su cronografi prima di Rolex, o ancora la democratizzazione di una complicazione sveglia nell’Advisor. Questa solida base meccanica, meno prestigiosa forse dei calibri manifatturati Rolex dell’epoca, si è rivelata un vantaggio: ha permesso a numerosi Tudor vintage di attraversare i decenni conservando una manutenzione agevole e prestazioni onorevoli. Il collezionista di oggi vi trova quindi il suo tornaconto – una bella meccanica vintage semplice da revisionare, al servizio di un orologio carico di storia.

3. Referenze imperdibili: tre modelli Tudor leggendari

Passiamo ora alla presentazione dettagliata di tre referenze di punta di Tudor vintage. Ognuna incarna un aspetto emblematico del marchio: il Toolwatch da immersione militare, il cronografo dal quadrante esotico e il classico elegante degli anni Sessanta. Descriveremo le loro caratteristiche tecniche, il loro contesto e ciò che li rende interessanti per la collezione. Una tabella comparativa sintetica riassumerà poi le informazioni chiave.

3.1 Tudor Submariner «Snowflake» rif. 9401/0 (1976)

Quando si parla di Tudor da immersione da collezione, il soprannome « Snowflake » (fiocco di neve) torna immancabilmente. Designa i Submariner Tudor dotati di lancette con punta quadrata che evocano un fiocco di neve e spessi indici orari quadrati. La referenza 9401/0 è uno dei modelli Snowflake più apprezzati. Lanciata verso il 1976, rappresenta il culmine della seconda generazione di Tudor Submariner iniziata nel 1969.

Descrizione generale: Il 9401/0 è un Submariner « no date » (senza finestrella della data, a differenza del suo gemello 9411/0 Date). Sfoggia un quadrante nero o blu navy opaco con i famosi indici quadrati dipinti riempiti di trizio. La lancetta dei minuti, detta « snowflake » (a forma di rombo allargato), è diventata iconica – progettata per aumentare la superficie luminescente e distinguere immediatamente la lancetta delle ore da quella dei minuti sott’acqua. Il logo Tudor a ore 12 è lo scudo (adottato al posto della rosa dalla fine degli anni ’60), qui stampato in bianco. Si legge « Tudor Oyster Prince » e « Submariner 200m=660ft » sul quadrante. La cassa in acciaio di 39-40 mm di diametro è identica nella forma ai Rolex Sub dell’epoca, prodotta dalla manifattura Rolex (carrure Oyster con spallette di protezione della corona, Rolex Twinlock). La corona a vite reca inoltre la corona Rolex. La lunetta girevole unidirezionale zigrinata è anch’essa in acciaio, con un inserto in alluminio blu o nero graduato a 60 minuti (triangolo a ore 12 con perla luminescente). Il fondello a vite è inciso all’interno « Montres Tudor SA » e all’esterno un semplice fondo liscio lucido (alcuni esemplari destinati alla Marina possono recare marcature specifiche come M.N.77 ecc. per Marine Nationale + anno). L’orologio veniva fornito con un bracciale Oyster Rolex referenza 9315 con maglie rivettate e poi piegate, con chiusura firmata Rolex. L’insieme è visivamente molto simile a un Rolex Submariner 5513/5514 dello stesso periodo, con la differenza del quadrante Snowflake unico di Tudor.

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Tudor Submariner 9401/0 «Snowflake» - Quadrante blu navy senza data, indici quadrati e lancette Snowflake, cassa Oyster in acciaio da 40 mm, lunetta girevole blu da 60 minuti, su bracciale originale in acciaio rivettato
Un esemplare di Tudor Submariner Snowflake 9401/0 del 1977 circa, nella sua configurazione blu senza data. Si nota la patina «giallo crema pasticcera» del trizio sul quadrante e la lunetta blu sbiadita. Questo modello senza data era apprezzato dai sommozzatori militari per la sua semplicità – Credito: Hairspring

Movimento: All’interno del 9401 batte il calibro ETA 2776 (automatico, 25 rubini, 21.600 vph) dotato di arresto dei secondi. Tudor lo chiamava allora « calibro Tudor 2776 » o « Auto-Prince », poiché firmato Tudor. Questo movimento con ore-minuti-secondi centrali e data fittizia (qui non utilizzata) offre circa 40 ore di riserva di carica. È riconosciuto per la sua robustezza e facilità di manutenzione. Sulla versione 9401, l’assenza della data significa che la posizione intermedia della corona serve unicamente per l’arresto dei secondi. La regolazione avviene tramite la corona a vite una volta svitata (posizioni: carica, arresto secondi/regolazione). Da notare che molti 9401 militari hanno avuto il movimento sostituito o revisionato dall’esercito, ma un esemplare civile intatto avrà il suo calibro originale numerato.

Particolarità e storia: Lo Snowflake 9401/0 fu fornito in particolare alla Marina Nazionale francese alla fine degli anni ’70. Questi esemplari militari, chiamati « MN » seguiti dall’anno inciso sul fondello (ad es. M.N.80 per il 1980), sono estremamente ricercati.

Tudor Submariner 9401/0 «M.N.» – Credito: Hairspring

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Il 9401 blu è celebre per essere stato utilizzato dai sommozzatori sminatori francesi, poiché molto leggibile e affidabile. In collezione, si distinguono i quadranti blu e neri. I blu attirano spesso un sovrapprezzo perché il colore può schiarirsi gradevolmente con il tempo (effetto ghost bezel e tropical dial bluastro). Si trovano due tipi di quadranti: Snowflake fino al 1980-83, poi Tudor ha rimesso le lancette Mercedes e gli indici triangolari sugli ultimi esemplari 9401 (detti « Transitional »). I collezionisti puristi ricercano quindi i veri Snowflake (1969-1983). Il 9401 è l’ultimo Submariner Tudor no-date prodotto con il look vintage (sarà seguito nel 1984 dal 76100 Lollipop con indici rotondi). Ciò lo rende un pezzo cardine. In sintesi, il Tudor Submariner 9401/0 Snowflake incarna il toolwatch per eccellenza: estetica inimitabile, pedigree militare, prestazioni comprovate. È al contempo un pezzo di storia (simbolo dell’emancipazione di Tudor nei confronti di Rolex) e un orologio molto indossabile quotidianamente grazie alla sua affidabilità. Sul mercato, i suoi esemplari con quadrante originale non restaurato e patina omogenea vengono negoziati a caro prezzo (cfr. sezione Prezzi).

Vista frontale di un Tudor Submariner Snowflake 9401/0 blu - si distinguono chiaramente le lancette a fiocco di neve, gli indici quadrati patinati e l'assenza di finestrella della data a ore 3
Vista ravvicinata del quadrante Snowflake: la semplicità funzionale del Tudor 9401/0 (senza data, maxi-lume geometrico). La dicitura «200 m = 660 ft Submariner» attesta le capacità di immersione, mentre il logo a scudo segna l’era moderna di Tudor (post-1969) – Credito: Oliver & Clarke

3.2 Tudor Chronograph Oysterdate «Monte Carlo» rif. 7169/0 (1971)

Secondo pezzo imperdibile: il cronografo Tudor Oysterdate rif. 7169/0, soprannominato « Monte Carlo ». Se esistono diverse varianti di cronografi Tudor vintage, il 7169 si distingue per la sua lunetta girevole 12 ore e il suo quadrante con accenti da casinò, che gli è valso questo evocativo soprannome tra i collezionisti.

Contesto e posizionamento: Presentata nel 1971, la rif. 7169 fa parte della serie « 7000/0 seconda generazione » lanciata quell’anno. Tudor migliora la sua formula di cronografo iniziale (rif. 7031/7032 del 1970) introducendo in particolare il nuovo calibro Valjoux 234 (più preciso, cfr. sezione movimenti) e diversificando i design di quadrante e lunetta. La 7169/0 è particolarmente interessante perché è la versione derivata dal prototipo 7033/0 non commercializzato: è un cronografo con lunetta girevole graduata su 12 ore, che consente una funzione aggiuntiva di secondo fuso orario o di misurazione di durata più lunga. In altre parole, Tudor propone con la 7169 un cronografo che può fungere anche da GMT rudimentale – una funzionalità rara abbinata a un cronografo. La produzione della rif. 7169 si estende dal 1971 a circa il 1977, con due principali declinazioni di colori del quadrante: grigio/blu e grigio/nero, entrambe arricchite da tocchi arancioni.

Design ed estetica: La cassa del 7169/0 è in acciaio di 40 mm di diametro, spessa (~14 mm) a causa del movimento cronografico. Riprende la carrure Oyster con proteggi-corona. La corona a vite e i due pulsanti del cronografo (non avvitati su questo modello) sono firmati Rolex (corona con la corona). La grande particolarità esterna è la lunetta girevole bidirezionale 12h, di tipo « 12 ore » (cifre da 1 a 11 e triangolo). Sulla versione blu, ad esempio, la lunetta è in alluminio anodizzato blu con cifre bianche. Ciò consente di seguire un secondo fuso orario o di misurare un intervallo fino a 12 ore. Quadrante: il 7169 adotta il famoso quadrante esotico detto Monte Carlo. È generalmente grigio chiaro, con due sotto-quadranti (a ore 3 e 9) di colore contrastante (blu navy o nero, a seconda della versione) e una scala dei secondi periferica azzurrata con accenti arancioni e blu. L’effetto visivo ricorda una roulette da casinò, da cui il soprannome. Gli indici orari sono dipinti, a forma di bastone, bianchi con trizio al centro, tranne un triangolo arancione a ore 12. La lancetta dei secondi del cronografo è arancione vivo, così come la lancetta dei minuti su alcune versioni. A ore 6 figura una finestrella della data con lente d’ingrandimento Cyclope sul vetro acrilico (data Rolex). Si legge « Tudor Oysterdate » sotto le ore 12 e « Rotor Self-Winding » sopra il sotto-quadrante delle ore 6, anche se in realtà il movimento è manuale (Tudor ha riutilizzato il quadrante che menzionava il rotore Oysterdate per risparmiare, un dettaglio divertente). Il tutto dà un quadrante molto ricco di informazioni, ma estremamente carismatico per gli amanti dello stile anni ’70. Il bracciale originale è un Oyster 7836 piegato con finali 382, anch’esso fornito da Rolex.

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Primo piano del quadrante di un cronografo Tudor 7169/0 Monte Carlo - sfondo grigio, contatori blu, lancetta dei secondi arancione, data a ore 6 con lente d'ingrandimento. La densità visiva ricorda un casinò.
Dettaglio del quadrante «Monte Carlo» di un Tudor Oysterdate Chrono rif. 7169/0: si intravedono i contatori azzurrati (minuti a destra, secondi a sinistra), la lancetta dei secondi arancione e la finestrella della data a ore 6 sormontata da una lente d’ingrandimento. Questo design audace e giocoso segnò gli animi nel 1971 – Credito: Bulang & Sons

Meccanica: La rif. 7169/0 è motorizzata dal calibro Valjoux 234 (manuale con ruota a colonne). Questo movimento, visibile se si rimuove il fondello, conta 17 rubini e batte a 21.600 A/h, assicurando circa 45 ore di riserva. Pilota due registri: a ore 3 il contatore dei 45 minuti del cronografo, a ore 9 i piccoli secondi continui. Il cronografo si avvia/arresta tramite il pulsante a ore 2 e si azzera tramite quello a ore 4. Il datario a ore 6 scatta istantaneamente a mezzanotte. Da notare che, a differenza dei cronografi Big Block successivi, non c’è una lancetta dei secondi centrale permanente – la lancetta grande è solo per il cronografo. La carica avviene quotidianamente tramite la corona (senza rotore). Questo Valjoux 234 è rinomato per essere più preciso del precedente Valjoux 7734 grazie alla sua frequenza superiore. Conferisce all’orologio una notevole affidabilità se manutenuto, sebbene la sua regolazione richieda un orologiaio esperto di cronografi a colonne.

Perché « Monte Carlo » è imperdibile? Diverse ragioni. Innanzitutto, la sua estetica incomparabile lo rende uno dei cronografi vintage più facilmente riconoscibili. In un’epoca in cui i quadranti dei Daytona o degli Speedmaster erano sobri, Tudor osava il colore e la complessità visiva. In secondo luogo, è un cronografo che integra un doppio fuso orario (raro su un cronografo, caratteristica che tornerà molto più tardi su modelli come il Breitling Chronomat GMT). Il 7169 è quindi un vero strumento sia per viaggiatori che per piloti da corsa. Inoltre, la sua produzione limitata (solo circa 6 anni) e l’interruzione dei cronografi Tudor manuali nel 1977 fanno sì che ci siano relativamente pochi esemplari in circolazione, aumentandone l’attrattiva collezionistica. Esistono alcune variazioni interessanti: ad esempio, la prima serie del 7169 ha solo la scritta « Tudor » a ore 12 (si parla di Solo Dial), poi viene il logo a scudo + Tudor. Inoltre, le versioni nero/grigio (a volte soprannominate « Joker ») sembrano leggermente meno comuni di quelle blu/grigio.

Monte Carlo 7169 in azione –

I collezionisti cercano soprattutto i quadranti in buono stato, non ossidati, con la vernice originale intatta – il che può essere difficile perché questi quadranti a volte sono invecchiati (crepe, trizio caduto). In sintesi, il Monte Carlo 7169 offre una personalità sfrenata e accattivante, incarnazione degli anni ’70, ed è il corrispettivo accessibile dei Rolex Daytona vintage, questi ultimi oggi inavvicinabili.

Profilo di un Tudor 7169 che mostra la carrure spessa, la lunetta 12h blu, la corona Rolex e i due pulsanti del cronografo non avvitati
Vista di profilo del cronografo Tudor 7169/0: si notano i pulsanti del cronografo (qui non avvitati, caratteristica dei Tudor 7000/0), la corona firmata Rolex e la lunetta girevole 12 ore. La robustezza della cassa gli valse il soprannome di «Big Block» nelle generazioni successive – Credito: Bulang & Sons

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In definitiva, il Tudor « Monte Carlo » 7169 è un must-have per ogni collezionista di cronografi vintage. Coniuga l’eredità sportiva (corse, rally) e l’ingegnosità orologiera di Tudor. I suoi colori pop e la sua aura anni Settanta ne fanno un pezzo centrale di ogni collezione dedicata ai cronografi vintage.

3.3 Tudor Oyster Prince anni ’60 (esempio: Oysterdate «Ranger» rif. 7966/0, ~1967)

La terza referenza imperdibile che citeremo non è un orologio preciso, ma piuttosto un tipo di modello: il Tudor Oyster Prince degli anni ’60. Sotto questa denominazione si collocano gli orologi classici del marchio, spesso dei tre lancette con o senza data, che erano l’alter ego dei Rolex Oyster Perpetual o Datejust, in versione economica.

Tra questi, uno si distingue agli occhi dei collezionisti: il famoso Tudor Ranger della fine degli anni Sessanta, molto ricercato per il suo look da Explorer. Prendiamo ad esempio il Tudor Oyster Prince Oysterdate rif. 7966/0 del 1967 circa, soprannominato in seguito « Ranger » per via del suo particolare quadrante.

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Stile e caratteristiche: La maggior parte dei Tudor Oyster Prince degli anni ’60 si presenta in una cassa Oyster in acciaio da 34 mm di diametro (misura standard da uomo all’epoca). La referenza 7966/0 è una di queste: cassa rotonda in acciaio, lunetta liscia o talvolta finemente zigrinata (engine-turned su alcuni esemplari), carrure monoblocco firmata Rolex (corona a vite con corona, fondello a vite Rolex). Il quadrante della versione Ranger è nero opaco con numeri arabi a ore 12, 3, 6, 9 e indici a bastone luminescenti alle altre ore – una disposizione che ricorda molto il quadrante dei Rolex Explorer 1016. Il logo Tudor è ancora la piccola rosa dorata a ore 12, su alcuni esemplari tardivi una rosa argentata. L’iscrizione « Tudor Oyster Prince » compare sotto la rosa, e la dicitura « Ranger » appare verso le ore 6 sui modelli interessati. Molti di questi Oyster Prince possiedono una finestrella della data a ore 3 con lente d’ingrandimento (si parla allora di Oysterdate). Le lancette sulle prime serie sono di stile dauphine con trizio, poi sul Ranger troviamo una lancetta dei secondi con punta a freccia e una grande lancetta delle ore detta « shovel hand » (a forma di pala) distintiva. L’insieme offre un’eccellente leggibilità e uno stile militare sobrio. In origine, questi orologi erano forniti con bracciale Oyster piegato da 19 mm firmato Rolex o su cuoio.

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Modello vintage del 1956 con una patina molto bella

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Vista del fondello di un Tudor Oyster Prince del 1967 – si legge 'Original Oyster Case by Rolex Geneva'. La corona a vite reca anch'essa il logo Rolex.
Dettaglio del fondello e della corona di un Tudor Oyster Prince anni Sessanta: «Original Oyster Case by Rolex Geneva» inciso, a ricordare che Rolex fabbricava queste casse per Tudor. Questa condivisione di componenti è tipica e deve essere presente sugli esemplari autentici – Credito: Oliver & Clarke

Movimento: All’interno della ref. 7966/0 batte un calibro automatico ETA 2484 (o calibro Tudor 2484) con visualizzazione della data. Questo movimento a 25 rubini gira a 18.000 A/h e dispone di un meccanismo di data semi-rapida. È noto per la sua robustezza ed equipaggia numerosi Tudor del periodo. Alcuni Oyster Prince precedenti (ref. 7934 senza data, ad es.) utilizzavano il calibro ETA 2461 (19 rubini). Globalmente, questi calibri assicurano una precisione onorevole (pochi secondi al giorno) e una carica bidirezionale efficace grazie al rotore « Rotor Self-Winding » spesso indicato sul quadrante. La semplicità di questi movimenti (ora, minuto, secondo, data) ha contribuito a fare degli Oyster Prince orologi molto affidabili nel quotidiano per decenni.

Perché è un pezzo imperdibile: I Tudor Oyster Prince degli anni ’60 rappresentano la genesi di Tudor come marchio di orologi classici di qualità. Sono questi modelli che hanno permesso a Tudor di farsi conoscere dal grande pubblico, offrendo l’estetica e la qualità Rolex a una tariffa più accessibile. All’epoca, un Oyster Prince costava circa la metà di un Rolex Datejust, per una prestazione molto simile. Dal punto di vista del collezionista attuale, offrono un fascino vintage discreto: diametri modesti, eleganza dei quadranti con logo Rosa (emblema Tudor abbandonato nel 1969), e spesso delle belle patine sui quadranti argentati o neri.

La versione Ranger è particolarmente ricercata perché relativamente rara e soggetta a cautela (esistono molte contraffazioni o montaggi spuri, la parola « Ranger » essendo talvolta stata aggiunta su quadranti Oysterdate standard). Un esemplare autentico di Tudor Ranger anni ’60 si vende oggi a peso d’oro, avvicinandosi spesso al prezzo di un Rolex Explorer equivalente, il che la dice lunga sulla sua quotazione! Più in generale, qualsiasi Oyster Prince ben conservato, con i suoi pezzi originali (corona, bracciale, quadrante non ridipinto) costituisce un pezzo da collezione affascinante. Si possono citare altre referenze cult: il Tudor Advisor 7926 (menzionato sopra, con il suo calibro sveglia AS 1475 modificato), il Tudor Prince Date+Day 7017 (equivalente del Rolex Day-Date, in 37,5 mm, uscito nel 1969), o ancora il Tudor 7809 degli anni ’50 (primo Oyster Prince, calibro FEF 390). Ognuno ha la sua storia e il suo posto nell’evoluzione di Tudor.

Un Tudor Advisor

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In sintesi, gli Oyster Prince degli anni Sessanta simboleggiano la credibilità orologiera di Tudor: orologi eleganti, precisi, che condividono il 90% dei componenti con Rolex, indossati da un’intera generazione (ingegneri, insegnanti, militari…) per i quali Rolex era un sogno inaccessibile ma Tudor una realtà fiera e duratura. Il fatto che si trovino ancora oggi molti di questi orologi in buono stato funzionale attesta la loro qualità di fabbricazione.

Dopo questa panoramica, ecco una tabella riassuntiva delle tre referenze Tudor trattate, per confrontare le loro specifiche chiave:

Modello (Referenza)PeriodoMovimentoDiametroComplicazioniParticolarità
Tudor Submariner «Snowflake» (rif. 9401/0)1969-1983
(es. 1976)
Cal. ETA 2776
(Automatico, 21.600 A/h, stop-secondi)
39-40 mmSub: Lunetta 60min
Impermeabile 200 m
Quadrante Snowflake (indici e lancette quadrati trizio)
Versioni blu o nero
Cassa e corona Rolex
Tudor Crono «Monte Carlo» (rif. 7169/0)1971-1977Cal. Valjoux 234
(Manuale, 21.600 A/h, ruota a colonne)
40 mmCronografo 45 min
Data a ore 6
Lunetta 12h (2° fuso orario)
Quadrante «roulette» grigio/arancio a 2 contatori
Lunetta girevole graduata 12 ore
Prodotto in 2 colori principali (blu o nero)
Tudor Oyster Prince (rif. 7966/0 «Ranger»)Anni ’60
(es. 1967)
Cal. ETA 2484
(Automatico, 18.000 A/h)
34 mmOra, minuto, secondo
Data (secondo il modello)
Quadrante stile Explorer (cifre 3-6-9-12)
Logo Tudor Rosa (fino al 1969)
Bracciale Oyster 19 mm Rolex

4. Evoluzione dei prezzi nel 2025 (EUR & USD): l’impennata del Tudor vintage

Negli ultimi anni, la quotazione dei Tudor vintage da collezione ha conosciuto un’impennata spettacolare, trainata dall’entusiasmo generale per gli orologi vintage e dal successo contemporaneo di Tudor (che rivaluta il suo patrimonio). A lungo relegate al ruolo di « seconda scelta » rispetto ai Rolex vintage, le Tudor d’epoca vedono i loro prezzi avvicinarsi sempre di più a quelli di alcuni Rolex, in particolare per i modelli più rari o in eccellente stato. Ecco un punto sull’evoluzione dei prezzi nel 2025, con stime aggiornate del mercato (valori medi inizio 2025, in euro e in dollari $).

  • Tudor Submariner Snowflake (rif. 9401/0 & 9411/0): Durante il decennio 2010, era possibile trovare Snowflake intorno ai 3.000 € – 4.000 € in buone condizioni. Quel tempo è finito. Nel 2025, gli Snowflake raggiungono comunemente prezzi che si avvicinano a 8.000 € – 12.000 € a seconda della configurazione e dello stato, ovvero circa 8.500 $ – 13.000 $ al cambio attuale. Ad esempio, un esemplare 94010 senza data con quadrante nero originale e il suo bracciale Oyster d’epoca è stato negoziato intorno ai 9.300 $ (≈ 8.500 €) nelle aste di fine 2024. Le versioni blu partono spesso dalla fascia alta (12.000 €) soprattutto se la patina è ricercata. I pezzi Marine Nationale con marcature militari, molto ambiti, possono polverizzare queste cifre: uno di essi (M.N.80 con storia completa) è stato recentemente quotato a quasi 35.000 $ sul mercato specializzato. Si constata quindi un’apprezzamento da x2 a x3 in dieci anni sugli Snowflake. Questa tendenza al rialzo sembra proseguire a causa della rarefazione degli esemplari non alterati (quadranti al trizio mai ritoccati, ecc.). A titolo di confronto, un Rolex Submariner 5513 dello stesso periodo supera oggi i 15.000 €, quindi i Tudor restano ancora al di sotto, ma il divario si riduce.

    Il Tudor Submariner Snowflake è un’icona da trovare su Catawiki (numerosi modelli rari)

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  • Tudor Oysterdate Chrono «Monte Carlo» (rif. 7169/0 e simili): I cronografi Tudor vintage sono letteralmente esplosi di valore negli ultimi 5-6 anni. Verso il 2010, un Monte Carlo poteva essere scambiato intorno ai 7.000 $ – 8.000 $. Nel 2025, è difficile trovarne uno in buono stato a meno di 15.000 € (≈ 16.000 $). La maggior parte si attesta piuttosto intorno ai 18.000 – 22.000 € (19.000 $ – 24.000 $). Secondo gli indici di mercato, il prezzo mediano delle vendite di Monte Carlo 7169 si attesta a circa 18.600 $ (≈ 17.000 €) a fine 2024. Con scatola e documenti originali, alcuni esemplari raggiungono i 25.000 $ (23.000 €). Anche in questo caso, si tratta di un aumento del +100% in pochi anni. Nel giugno 2018, ad esempio, un Monte Carlo era stato venduto a ~16.200 $ all’asta; oggi questa cifra corrisponde piuttosto a un pezzo con difetti. Le varianti 7031/0 «Homeplate» (prima generazione, senza lunetta 12h) sono ancora più care, superando talvolta i 30.000 €. Da notare che questi livelli restano inferiori a quelli dei Rolex Daytona vintage (che sfiorano i 100.000 $), il che rende ancora i cronografi Tudor una scelta interessante dal punto di vista finanziario. Ma l’evoluzione recente mostra che il divario continua a ridursi.

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  • Tudor Oyster Prince / modelli classici anni ’60: In questo segmento, i prezzi variano enormemente a seconda del modello esatto. Gli Oyster Prince « standard » (senza particolarità rare) rimangono relativamente accessibili rispetto agli sportivi. Si può ad esempio trovare un Tudor Oysterdate del 1965 con quadrante champagne per circa 1.500 € – 2.000 € (1.600 $ – 2.100 $). Tuttavia, le versioni Ranger con quadrante Explorer si vendono molto più care. Un autentico Tudor Ranger di fine anni ’60 è stimato intorno ai 7.000 € – 9.000 € (7.000 $ – 10.000 $) nel 2025, a causa dell’elevata domanda e della scarsa offerta (molti esemplari sul mercato sono assemblaggi o quadranti rifatti). Un esempio concreto: un Tudor Prince Oysterdate « Ranger » del 1967 è stato stimato tra i 3.538 e i 4.953 $ in asta (già circa 4.000 €) ma i lotti vengono spesso invenduti e rivenduti molto più cari in seguito. Un altro orologio classico: il Tudor Advisor (sveglia), un tempo snobbato, vale ora circa 4.000 € (4.300 $) se completo. In generale, tutti i Tudor vintage hanno visto i loro prezzi salire di almeno il +50% negli ultimi 5 anni. La riedizione moderna di alcuni modelli ha anche creato un effetto alone: ad esempio, l’uscita di un Tudor Ranger contemporaneo nel 2022 ha suscitato un rinnovato interesse per il vintage omonimo, facendone salire la quotazione.

In sintesi, l’evoluzione dei prezzi all’inizio del 2025 conferma che i Tudor vintage non sono più affatto alternative economiche. Si affermano come oggetti da collezione a pieno titolo, con quotazioni elevate e liquidità sul mercato dell’usato. Gli orologi presentati in questo articolo – Snowflake, Monte Carlo, Oyster Prince anni ’60 – vengono scambiati a prezzi che possono sorprendere coloro che ricordano che 15 anni fa questi pezzi si trovavano ancora a poche migliaia di euro. Questo aumento riflette il riconoscimento tardivo del valore storico ed estetico di Tudor. Tuttavia, non tutto è aumentato in modo uniforme: i Tudor Submariner degli anni ’80-’90, ad esempio, rimangono ancora accessibili (spesso 3.000-5.000 € per un 79090 di fine anni ’80), così come alcuni Princess o Glamour vintage da donna. Ma per i modelli emblematici discussi, è ormai necessario un budget consistente – che, sottolineiamolo, rimane circa 3-5 volte inferiore all’equivalente Rolex vintage. Questa svalutazione relativa alimenta il continuo interesse dei collezionisti esperti, che vedono nel Tudor vintage un investimento con ancora potenziale di crescita.

5. Consigli per l’acquisto di Tudor vintage: checklist e indirizzi utili

Acquistare un Tudor vintage da collezione può essere un vero piacere… a condizione di prendere alcune precauzioni. Ecco una checklist di consigli e punti di attenzione prima di acquistare, oltre a indicazioni su dove cercare l’orologio dei tuoi sogni:

  • Autenticazione e stato originale: Verificare scrupolosamente l’autenticità di ogni componente. I Tudor vintage condividono pezzi con Rolex, quindi è cruciale che i numeri incisi corrispondano. Tra le anse, è necessario trovare la referenza del modello e il numero di serie, coerenti con gli archivi Tudor noti per l’anno presunto. Ad esempio, un Tudor Snowflake del 1977 avrà un numero di serie ~xxxxxxx e un fondello con la dicitura interna « Montres Tudor S.A. Geneva ». La presenza della dicitura « Original Oyster Case by Rolex » sul fondello esterno (o interno a seconda del modello) e di una corona con il logo Rolex è normale per la maggior parte dei Tudor vintage – attenzione quindi, la loro assenza può indicare una cassa di ricambio non ufficiale. Assicurarsi che il quadrante sia originale (loghi stampati nitidi, carattere corretto, trizio antico eventualmente contrassegnato con « T »). Esistono quadranti ridipinti (redial) o falsi, in particolare per i Tudor Ranger e alcuni Submariner: è meglio confrontare con foto di riferimento provenienti da fonti affidabili (forum specializzati, Tudorcollector, ecc.). Allo stesso modo, le lancette devono corrispondere al modello (uno Snowflake senza lancette Snowflake è sospetto, un Ranger deve avere le sue specifiche lancette shovel). Non esitare a chiedere foto del movimento: un calibro firmato Tudor con il numero di calibro corretto è indispensabile. Se si tratta di un cronografo, il movimento Valjoux deve presentare la ruota a colonne azzurrata (sui Monte Carlo) o il rotore inciso Tudor (sugli automatici Big Block). In caso di dubbio, far autenticare da un esperto o tramite le community online prima dell’acquisto.
  • Stato generale e restauro: Privilegiare gli orologi in buono stato originale. Un po’ di patina è normale (e persino desiderabile), ma diffidare dei pezzi « troppo nuovi per essere veri »: un quadrante al trizio degli anni ’70 perfettamente bianco senza alcuna patina può essere un quadrante di servizio (sostituito durante una revisione) o un falso recente con luminova. Allo stesso modo, le casse troppo lucidate possono aver perso volume: assicurarsi che le anse siano ancora spesse e regolari, con eventuali smussi presenti. Verificare che la lunetta sia quella originale (ad es., una lunetta 12h Monte Carlo è molto specifica e difficile da ritrovare se mancante). Un inserto della lunetta invecchiato armoniosamente è un plus. Per quanto riguarda i bracciali, molti Tudor vintage hanno perso il loro bracciale Rolex originale nel tempo – non è un problema insormontabile (si può montare un bel cinturino in pelle o NATO), ma se il bracciale Oyster Rolex d’epoca è presente, è un bonus di valore. Ispezionarne lo stato (maglie allentate o meno, referenza stampigliata). Infine, informarsi sul funzionamento: l’orologio è stato recentemente revisionato? Tiene il tempo? Le complicazioni (data, cronografo, sveglia) funzionano correttamente? Una revisione da un orologiaio specializzato può costare tra i 300 e i 600 €, da tenere in considerazione nel budget se l’orologio non è stato revisionato.
  • Trappole comuni: Sul mercato dei Tudor vintage, alcune trappole sono note. Le contraffazioni o « Franken »: alcuni orologi sono assemblati con pezzi di varia provenienza (ad es. un quadrante rifatto con la parola « Ranger » aggiunta su un banale Tudor Oysterdate, o una cassa di Submariner con un movimento generico). Si tratta di orologi senza valore collezionistico da evitare assolutamente. Le false iscrizioni Marine: vista la quotazione dei Tudor MN, diffidare delle incisioni M.N. fasulle apposte su un fondello per far salire il prezzo. Esigere la tracciabilità (documenti militari, estratto d’archivio Tudor se possibile, ecc.). I quadranti ridipinti: un redial diminuirà fortemente il valore; riconoscibile spesso da una stampa un po’ grossolana o dall’assenza di trizio (logo « Swiss » senza « T » quando dovrebbe essere « T Swiss T » ad es.). I pezzi lucidati eccessivamente: una lucidatura troppo pronunciata fa perdere gli spigoli vivi della cassa e può cancellare le marcature – è irreversibile e riduce l’interesse collezionistico. Preferire un orologio con i suoi colpi e i suoi micro-graffi d’epoca piuttosto che uno « rimesso a nuovo » che distrugge il fascino vintage.
  • Dove acquistare? Per trovare un Tudor vintage autentico, diversi canali: le case d’asta (Christie’s, Sotheby’s, Phillips) propongono talvolta Tudor rari – sicurezza di autenticità ma prezzo spesso elevato con commissioni. I commercianti specializzati e le gallerie vintage: ad es. in Europa Bulang & Sons, Oliver and Clarke, Hodinkee Shop, European Watch Co, Menta Watches, ecc., che selezionano e revisionano pezzi vintage (con garanzia di qualche mese). In Francia, negozi come Joseph Bonnie (Parigi) o La Capsule – Bucherer Vintage offrono talvolta Tudor vintage certificati. Le piattaforme online: Chrono24 permette di accedere a un’ampia scelta, ma siate prudenti e privilegiate i venditori « Trusted » e ben recensiti; non esitate a fare domande e a chiedere foto supplementari. I forum di collezionisti (Timezone, Watchuseek, VRM, gruppi Facebook dedicati a Tudor) sono anche una miniera: vi si trovano piccoli annunci seri di appassionati conosciuti nell’ambiente – il vantaggio è la trasparenza (storia dell’orologio spesso documentata), e talvolta prezzi un po’ più bassi senza intermediari. Tuttavia, ciò richiede di conoscere bene il venditore o di utilizzare un servizio di deposito a garanzia sicuro. I saloni e le borse orologiere (ad es. Borsa orologiera di Parigi, Munich Watch Fair) possono permettere di vedere l’orologio fisicamente e di negoziare con i commercianti.
  • Documenti e accessori: La maggior parte dei Tudor vintage sul mercato viene venduta senza scatola né documenti originali – spesso andavano persi. Se per fortuna il set è completo (cofanetto Tudor d’epoca, certificato con numero di serie, etichette), è un grosso vantaggio che giustifica un sovrapprezzo. Assicurarsi che i numeri sui documenti corrispondano bene all’orologio. A volte si trova il manuale d’epoca o addirittura delle maglie aggiuntive del bracciale – tutti questi piccoli « extra » apportano valore e interesse storico. Non trascurare l’importanza di un estratto d’archivio Tudor (servizio che Tudor inizia a proporre per alcuni modelli antichi) che può attestare la consegna a una marina o altro.

Seguendo questi consigli, eviterete delusioni e potrete godervi appieno il vostro acquisto. Non esitate a condividere la vostra scoperta sulle community: gli amanti dei Tudor vintage sono generalmente molto accoglienti e prodighi di buoni consigli per la manutenzione e la conservazione di questi pezzi. Ricordate che un orologio vintage, soprattutto di quest’epoca, rimane fragile su alcuni punti (impermeabilità raramente garantita – non immergetevi senza averlo fatto controllare! –, urti da evitare sugli orologi a movimento manuale, ecc.). Indossandolo con cura e facendolo revisionare ogni 5-10 anni presso un orologiaio competente, il vostro Tudor vintage potrà accompagnarvi ancora per decenni.

Conclusione

Gli orologi Tudor vintage da collezione hanno percorso una lunga strada nel cuore degli appassionati. Un tempo visti come « sotto-Rolex », sono oggi idolatrati per quello che sono: segnatempo di carattere, testimoni di innovazioni audaci e dotati di un’anima orologiera tutta loro. Dal quadrante Snowflake emblematico, garanzia di leggibilità estrema, ai colori sgargianti dei cronografi Monte Carlo, passando per la fiera rosa Tudor dei classici anni Sessanta, ognuno racconta una storia unica – quella di un marchio che ha saputo coniugare l’eccellenza tecnica di Rolex con uno stile anticonformista e funzionale.

Nel 2025, collezionare un Tudor vintage significa regalarsi un pezzo di storia a un prezzo ancora ragionevole rispetto agli intoccabili Rolex. Significa anche unirsi a una comunità di appassionati che apprezzano la sottigliezza di questi orologi: le loro piccole differenze, le loro evoluzioni, le loro eventuali marcature militari, i loro rari documenti d’epoca. Significa infine prendere parte alla rinascita attuale di Tudor, che attinge ampiamente la sua ispirazione da questi modelli heritage (Black Bay, Heritage Chrono, ecc.) e fa così salire il valore dei pezzi originali.

Che siate attratti dalla robustezza di un Submariner che ha servito nella Marina, dal look « Gentlemen Diver » di un cronografo Monte Carlo al polso nel fine settimana, o dal fascino discreto di un Tudor Advisor che risveglia la vostra nostalgia, c’è un Tudor vintage per voi. Armati dei consigli d’acquisto e delle conoscenze condivise in questo articolo, potete considerare serenamente di fare il grande passo. Esaminate, confrontate e soprattutto fatevi piacere: questi orologi, pensati per gli uomini e le donne attivi di ieri, non aspettano altro che riprendere vita al polso di nuovi appassionati oggi. Come proclamava fieramente una pubblicità Tudor del 1960: « Tudor – concepita da Rolex, per coloro che osano fare di più ». Più di mezzo secolo dopo, osiamo a nostra volta ridare vita a queste icone del passato.

Valery
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