Quando un laboratorio familiare serbo che confeziona per case di lusso lancia il proprio marchio con tessuti upcycled, il soft tailoring francese scopre una nuova realtà.
La storia inizia in un discreto laboratorio di Aubervilliers, dove la famiglia Miletic perpetua da tre generazioni un savoir-faire di camiceria di alta gamma.
Per decenni, la loro manifattura ha lavorato per referenze prestigiose – Dior, Chanel, Yves Saint Laurent. Dal 2022, compiono un passo nuovo: sviluppare il proprio marchio direttamente, Couturier Parisien, con un approccio particolare al pricing.
Il loro metodo? Una vendita diretta, con sistema di preordine (che termina il 15/06), abbinata a fine rotoli non utilizzati dalle case di lusso, recuperati tramite la piattaforma. Concretamente: tessuti solitamente destinati a capi costosi si ritrovano in abiti proposti a prezzi più accessibili.
Attenzione, si tratta di una presentazione di collezione: redigeremo il test completo della Jungle Jacket e del pantalone Ottoman entro una decina di giorni.
Sommaire
Disclaimer Couturier Parisien x JamaisVulgaire
Come sapete, abbiamo già collaborato più volte con Couturier Parisien per delle capsule JamaisVulgaire.
Si tratta di una collaborazione vantaggiosa per entrambi che prima non era possibile con nessun altro laboratorio:
– per JamaisVulgaire: mi permette di proporvi delle mini-capsule di pezzi ultra originali, con tessuti piuttosto rari. Dragan è molto flessibile nella creazione di nuovi capi, il che mi permette di offrirvi abiti che non si trovano altrove
– per Couturier Parisien: la collaborazione offre al marchio la visibilità del sito e gli permette di integrare successivamente nelle proprie collezioni versioni rielaborate dei bestseller della collaborazione
Ogni stagione, scoprirete così pezzi forti tramite la collaborazione Couturier Parisien x JamaisVulgaire, che potrete poi ritrovare, in un altro tessuto, presso il marchio Couturier Parisien.
È questo il caso della Jungle Jacket, qui reinterpretata in una giacca safari in cotone, molto più estiva:

E la sua versione estiva, un po’ più facile da indossare:

Capirete quindi che sono particolarmente entusiasta di questi pezzi e vi offro quindi un codice promozionale del -15% JAMAISVULGAIRE15 valido su tutto il preordine (che termina il 15/06). Accumulandolo con il codice -10% di iscrizione alla newsletter, potrete così beneficiare di uno sconto totale del -32,5% (si tratta di un codice affiliato, percepirò quindi una piccola commissione sull’importo dei vostri acquisti, senza che ciò vi costi di più).
Promemoria: La rinascita del soft tailoring: eleganza disinvolta, stile senza costrizioni
Il soft tailoring sta vivendo una vera e propria rinascita negli ultimi anni. Dopo l’era del tutto informale o del telelavoro in tuta da ginnastica, riscopriamo il piacere di outfit sartoriali comodi ma eleganti.

Giacche destrutturate senza spalline, pantaloni con pinces in materiali morbidi, sahariane ispirate al mondo militare: questi pezzi ibridi permettono di coniugare la comodità di un capo casual con la silhouette curata di un abito. In breve, è un nuovo modo di vestire, più libero e versatile, senza sacrificare lo stile. Vediamo così emergere un entusiasmo per le giacche leggere alla Napoletana, i pantaloni con coulisse dalla caduta impeccabile, o ancora le overshirt e le Jungle Jacket rivisitate. Il soft tailoring offre una risposta a chi cerca un’eleganza disinvolta: basta guardarsi intorno, dagli uffici ai caffè, per constatare che il confine tra formale e casual si sta assottigliando. Così, una sahariana su una camicia aperta o un pantalone in flanella con cintura elasticizzata indossato con dei mocassini diventano outfit quotidiani.

Promemoria: Couturier Parisien, un laboratorio familiare da Parigi alla Serbia, tessuti di lusso upcycled per un rapporto qualità-prezzo imbattibile
Per comprendere il DNA di Couturier Parisien, bisogna risalire il filo della storia fino agli anni ’60. Il marchio è l’erede diretto di un laboratorio di camiceria di alta gamma fondato a Parigi dalla famiglia Miletic, di origine serba. All’epoca, la comunità jugoslava del quartiere del Sentier riprende la fiaccola del prêt-à-porter parigino, lavorando per le più grandi case di lusso. Il nonno del fondatore, Stevan, arriva così nel 1966 e partecipa a questa avventura: il suo laboratorio produce per Dior, Chanel, Sonia Rykiel, Yves Saint Laurent….

Qualche anno dopo, nel 1974, anche suo figlio Zoran raggiunge Parigi e fonda il proprio laboratorio nel 1981 ad Aubervilliers – il laboratorio storico di Couturier Parisien. Per oltre un decennio, una trentina di artigiani vi confezionano camicie di alta gamma, ogni sarta realizzando un capo dalla A alla Z. Questo metodo artigianale, lontano dal lavoro a catena, garantisce una padronanza completa del capo e un’estrema cura dei dettagli.

Tuttavia, le sfide economiche degli anni ’90 spingono Zoran ad anticipare e a delocalizzare il laboratorio in Serbia già nel 1989. Contrariamente a molte produzioni offshore orientate al fast-fashion, la manifattura serba della famiglia Miletic ha conservato la stessa filosofia di lavoro di Parigi: stessa minuzia artigianale, stessa ricerca della qualità.

La regione, pioniera nell’accoglienza dei laboratori dell’Europa occidentale, ha saputo mantenere un alto livello di savoir-faire; il laboratorio non ha mai ceduto ai metodi industriali disumanizzati della grande distribuzione. Così, produrre in Serbia non toglie nulla alla qualità, e numerosi marchi di alta gamma continuano ad affidare i loro capi a questo laboratorio familiare. Oggi diretto da Dragan Miletic, nipote del fondatore, il laboratorio conta una ventina di persone e lavora sia per DNVB francesi che per case di lusso internazionali, sviluppando al contempo il suo marchio proprio in diretta: Couturier Parisien.
Cosa cambia il fatto di essere un marchio-laboratorio senza intermediari? Essenzialmente, il prezzo finale si alleggerisce senza compromessi sulla qualità. Couturier Parisien non deve aggiungere margini per remunerare un façonista esterno, un agente o un distributore: tutto è fatto «in casa». Ad esempio, i costi di sviluppo (prototipi, modellistica) sono integrati: l’ufficio stile del laboratorio, già finanziato dagli ordini dei clienti professionali, può creare i nuovi modelli del marchio senza costi aggiuntivi proibitivi. Non ci sono andirivieni tra marchio e subappaltatore, tutto viene convalidato internamente, il che riduce tempi e spese. Allo stesso modo, la logistica è ottimizzata: i tessuti vengono ordinati contemporaneamente a quelli dei clienti del laboratorio, senza costi aggiuntivi, e i prodotti finiti partono direttamente dal laboratorio al cliente finale, risparmiando le spese di un magazzino esterno. Risultato: Couturier Parisien può proporre prezzi spettacolarmente competitivi per la qualità offerta, spesso ben al di sotto di marchi classici equivalenti. È quanto verificheremo più avanti con un confronto numerico.

Un altro asso nella manica del modello Couturier Parisien è il suo accesso privilegiato a sontuosi tessuti di lusso upcycled. In qualità di façonista per case prestigiose, il laboratorio Miletic recupera le rimanenze di rotoli non utilizzati da questi marchi. Anziché restare inutilizzati sugli scaffali, questi tessuti trovano una seconda vita nelle collezioni Couturier Parisien grazie alla partnership con Nona Source, la piattaforma di rivendita di deadstock del gruppo LVMH. Si parla di upcycling e non di riciclo: si tratta di materie prime nuove e nobili semplicemente scartate per mancanza di quantità sufficiente per una produzione industriale classica. Per Couturier Parisien, è un’occasione d’oro: queste rimanenze di stock, vendute a prezzi stracciati, permettono di offrire ai clienti tessuti normalmente riservati a capi ben più costosi.
Ad esempio, durante la nostra precedente collaborazione, Couturier Parisien ha potuto proporre una Jungle Jacket in pied-de-poule LVMH upcycled a soli 230€ – un prezzo imbattibile per questo genere di capo quasi introvabile in Francia. L’upcycling dà accesso a materie prime d’eccezione senza gonfiare il prezzo: «un tessuto di altissima qualità a un prezzo contenuto, e quindi un capo di buon livello a un prezzo competitivo». Ovviamente, la contropartita è che le quantità sono limitate alla lunghezza del rotolo disponibile: ogni lancio è un’edizione limitata (a volte 20 o 30 esemplari al massimo), che può esaurirsi molto rapidamente.
In sintesi, Couturier Parisien combina eredità artigianale e innovazione economica. Il marchio produce internamente, controlla i costi e valorizza tessuti inutilizzati di case di moda – il tutto per offrire capi con un rapporto qualità-prezzo eccezionale. Prima di confrontare concretamente con altre DNVB, illustriamo questa proposta di valore attraverso alcuni prodotti di punta della collezione attuale in preordine (che termina il 15/06).
Soft tailoring in azione: focus su tre pezzi di punta di Couturier Parisien
L’ultima capsule collection di Couturier Parisien – disponibile in preordine (che termina il 15/06) per 2 settimane dalla pubblicazione – è composta da diversi pezzi emblematici del soft tailoring. Soffermiamoci su tre di essi che incarnano particolarmente bene l’approccio del marchio: la Jungle Jacket (o sahariana), il pantalone da abito in jersey di cotone e il pantalone “jogpant” in lana fredda. Ciascuno combina comfort moderno e dettagli sartoriali, e beneficia dei famosi tessuti upcycled.
La Jungle Jacket: spirito sahariano vintage, tailoring utilitaristico moderno
Se dovessi scegliere un solo capo per comprendere questo spirito soft tailoring, sarebbe senza dubbio la Jungle Jacket. Ispirata alle giacche militari tropicali degli anni ’60-’70, questa sahariana rivisitata soddisfa tutti i criteri di stile: informale nell’anima, ma impeccabilmente tagliata e finemente dettagliata.

Realizzata in una gabardine di cotone 100% compatta (un tessuto denso dal tocco asciutto), la Jungle Jacket offre una mano robusta e allo stesso tempo morbida. Il tessuto proviene da stock inutilizzati di case di lusso – garanzia di una qualità superiore a un prezzo contenuto. Qui niente termoadesivi approssimativi: si gode della tenuta naturale del cotone spesso e di una confezione seria. Fedele allo spirito utilitaristico della sahariana, la giacca è dotata di quattro grandi tasche applicate con patta sul davanti, molto pratiche per trasportare gli oggetti essenziali (occhiali, taccuino, smartphone…) affermando al contempo uno stile avventuroso chic. Queste tasche, riprodotte con cura da un modello vintage degli anni ’70, presentano una piega a soffietto per aumentare la capacità, e le loro patte arrotondate aggiungono un tocco di eleganza old-school.

Provando questa Jungle Jacket, si apprezza anche il taglio ben studiato dal laboratorio: il capo si porta leggermente ampio per il comfort, pur offrendo discrete regolazioni. Sul retro, troviamo così una piega centrale di agio che assicura una migliore mobilità delle spalle (pratica per guidare o andare in bicicletta, ad esempio) e – dettaglio distintivo – due linguette di serraggio abbottonate a livello della vita. Queste permettono di stringere leggermente la giacca secondo la propria morfologia, disegnando una silhouette più strutturata se lo si desidera, o al contrario di lasciarla dritta per una caduta più casual. È un compromesso intelligente tra il blazer e la giacca utility.

Altro elemento degno di nota: la giacca si chiude con bottoni in corno naturale (e non di semplice plastica), segno della volontà di fare le cose bene fino in fondo. Le maniche presentano polsini abbottonati regolabili. L’interno è sfoderato (ad eccezione probabilmente di fodere di rinforzo alle maniche o alle spalle, anche se non esplicitamente menzionato), il che alleggerisce la giacca e la rende ideale per la mezza stagione. Siamo quindi di fronte a una sahariana destrutturata, traspirante, che si può indossare sia su una camicia elegante che su una polo, in ufficio come nel weekend.

In termini di stile, Couturier Parisien riesce qui a rendere omaggio a un classico del guardaroba maschile modernizzandolo sottilmente. La Jungle Jacket, con il suo innegabile fascino rétro, si abbina facilmente a un pantalone elegante per un mix & match originale, o completa un outfit casual (chino, mocassini) sostituendo vantaggiosamente un blazer. È tipicamente il genere di capo che rende concreto il soft tailoring: ci si veste con una giacca che ha carattere, senza apparire ingessati.

Il pantalone in jersey di cotone chiné: un finto abito, vero comfort
Passiamo alla parte inferiore: Couturier Parisien propone un pantalone da abito rivisitato in un materiale inaspettato, un jersey di cotone spesso. A prima vista, sembrerebbe un classico pantalone di flanella grigio antracite, con le sue pinces e la cintura con passanti.


Ma in realtà, il tessuto è un jersey chiné 100% cotone – sì, lo stesso tipo di maglia di una felpa, ma molto più nobile e denso. Il risultato? Un pantalone dall’estetica formale, che nasconde un comfort degno di una tuta da ginnastica.

Anche qui, il materiale proviene da stock inutilizzati di grandi maison: ottenere un jersey di alta gamma di questo calibro a questo prezzo è una piccola impresa. Il pantalone presenta due tasche all’italiana sul davanti e due tasche a filetto abbottonate sul retro, come un pantalone da abito tradizionale. Il suo taglio è dritto e relativamente sobrio, tanto da poter essere facilmente confuso visivamente con un chino elegante. Ma al tatto e in movimento, la differenza si sente: il jersey conferisce una morbidezza e una sofficità che nessun panno di lana offre. Potete letteralmente piegare le ginocchia, accovacciarvi, andare in bicicletta senza sentire il minimo fastidio – e senza che il pantalone si deformi, grazie all’elasticità naturale della maglia.

Couturier Parisien ha avuto la buona idea di marcare una piega permanente sulla parte anteriore delle gambe, il che struttura la silhouette ed evita l’effetto jogging. Questa piega stirata dà l’illusione di un pantalone elegante tradizionale, pur rimanendo al suo posto nonostante l’elasticità del jersey. Per quanto riguarda la tenuta, il jersey di cotone chiné scelto è sufficientemente pesante da avere drappeggio, ma sufficientemente traspirante da poter essere indossato quasi tutto l’anno. Incarna perfettamente il casual chic: abbinatelo a una giacca da abito blu navy, nessuno indovinerà che indossate dei pantaloni da tuta migliorati… finché non infilerete le mani nelle tasche e accennerete a una spaccata (sì, esageriamo appena).
Questo pantalone in jersey offre quindi un raro equilibrio tra formale e informale. Potrà sostituire vantaggiosamente un pantalone da abito durante lunghe giornate o viaggi in treno/aereo, senza sgualcirsi né stringervi. E viceversa, valorizza istantaneamente una semplice T-shirt bianca o una polo con il suo aspetto da « flanella elegante ». Da notare: si chiude con una zip e un bottone classico in vita – qui niente coulisse o elastico a vista, la sobrietà è d’obbligo. Insomma, una bellissima sorpresa a un prezzo stracciato per la sua categoria.
Il jogpant in lana fredda: l’eleganza in modalità sportiva
Ultimo pezzo messo in evidenza: il pantalone jogpant in lana fredda blu petrolio. Questa volta, si assume il lato sportivo del capo, pur elevandolo grazie al materiale e alle finiture. Immaginate un pantalone con cintura elastica tipo jogging, dotato di coulisse… ma realizzato in una lana fredda 100% (lana tropicale leggera) color blu-grigio, tessuta in Italia per una grande maison. È la scommessa audace di Couturier Parisien: prendere il taglio di un jogpant e conferirgli la nobiltà del tailoring.

Su questo modello, l’allusione allo sportswear è evidente: la vita è elasticizzata e dotata di una coulisse di serraggio bianca, ben visibile. Tuttavia, il taglio rimane carrot piuttosto elegante – affusolato verso il basso – e soprattutto la lana fredda conferisce al pantalone una caduta impeccabile e un aspetto sobrio. La lana fredda è un tessuto estivo di alta gamma, rinomato per la sua estrema leggerezza e traspirabilità: ideale per le belle giornate o per le persone molto attive. Al tatto, è fresca e asciutta, niente a che vedere con un mollettone da tuta.

Couturier Parisien ha integrato una piega piatta sul davanti e leggere pinces in vita, in modo da richiamare i codici del pantalone elegante. Allo stesso modo, troviamo due tasche a filetto abbottonate sul retro, dettaglio più formale che non si vede su un jogging classico. Insomma, visto da dietro o da lontano, sembrerebbe un elegante pantalone da città; visto da vicino, si capisce che si tratta di un capo ibrido iper-confortevole.
Questo genere di jogpant in lana di alta gamma è piuttosto raro sul mercato a questo livello di prezzo. BonneGueule ne aveva proposto uno simile qualche anno fa a un prezzo superiore (e senza coulisse a vista, più minimalista). Qui, Couturier Parisien gioca la carta della disinvoltura dichiarata lasciando che la coulisse a contrasto apporti un tocco sportivo.

Nell’uso, questo jogpant blu petrolio è una gioia per chiunque alterni outfit formali e casual. Potete indossarlo con una camicia Oxford azzurra infilata dentro e un blazer leggero per un Friday wear confortevole, o con una semplice felpa e delle sneakers bianche nel weekend per un look neo-preppy. Essendo la lana fredda ingualcibile e resistente, il pantalone mantiene un aspetto impeccabile dalla mattina alla sera, anche con il caldo. Anche in questo caso, le finiture sono all’altezza: bottoni di qualità, cuciture pulite e fabbricazione artigianale in piccola serie (edizione limitata).
Sottolineiamo un punto: proporre un tale concentrato di dettagli sartoriali (piega marcata, tasche abbottonate, tessuto LVMH) su una base di jogpant era una scommessa rischiosa, che potrebbe disorientare i puristi. Ma Couturier Parisien ha il merito di esplorare fino in fondo l’idea del soft tailoring: spingere il cursore dell’eleganza fino a un capo sportivo. Il risultato potrebbe non piacere a tutti – alcuni preferiranno un chino classico – ma offre un’alternativa unica per coloro che rifiutano di scendere a compromessi tra comfort e stile.
Il pantalone a pinces ottoman

Per completare questa panoramica, ho testato il pantalone a pinces in ottoman kaki – un capo che incarna il DNA sartoriale di Couturier Parisien. Questo pantalone è realizzato in un tessuto ottoman kaki (una miscela di lana e seta proveniente da stock inutilizzati di case di lusso couturierparisien.fr). L’ottoman è un tessuto a trama molto fitta che presenta delle grosse coste orizzontali in rilievo. Più denso di una gabardine classica, offre un’eccellente tenuta pur conservando un tocco asciutto e un aspetto leggermente texturizzato. La texture sottile dell’ottoman apporta così rilievo visivo, ma la caduta del pantalone rimane fluida ed elegante grazie alla morbidezza della miscela lana-seta.



Questo pantalone adotta un taglio semi-dritto, leggermente a carota. La vita è leggermente alta, il che allunga la gamba e ricorda i tagli vintage degli anni ’50.

Troviamo due pinces piatte sul davanti (di cui una piega principale ben marcata) che apportano agio a livello delle cosce. Sul retro, è prevista una riserva di agio per garantire comfort in posizione seduta (e facilitare eventuali ritocchi o allargamenti futuri).

Il fondo gamba è rifinito con un risvolto di circa 5 cm, che sottolinea lo stile sartoriale del pantalone. Per quanto riguarda le finiture, siamo su un classico ben eseguito: la cintura è dotata di passanti robusti (per indossare una cintura se lo si desidera, anche se la vita tiene bene da sola), la chiusura avviene tramite bottone e gancio interno, le tasche sono oblique sui fianchi e a filetto sul retro (chiusura con bottone discreta). L’interno delle tasche e della cintura è bordato con cura. L’insieme trasuda una confezione sartoriale di qualità, senza dettagli superflui ma con un’esecuzione impeccabile.

Conclusione
Abbiamo analizzato il concetto Couturier Parisien sotto ogni aspetto – dalla sua eredità artigianale unica al suo audace posizionamento tariffario.
Il modello di distribuzione è sempre originale (materiali di lusso upcycled, distribuzione diretta iper-trasparente) pur rispettando l’essenza sartoriale (confezione di alto livello, stile ricercato ma portabile). La Jungle Jacket e i pantaloni presentati illustrano perfettamente la promessa mantenuta: si ottiene molto per il proprio denaro – o addirittura di più – con capi durevoli, ben rifiniti e stilosi, venduti al giusto prezzo.
Couturier Parisien si rivolge a un pubblico di intenditori pronti a funzionare in preordine (che termina il 15/06) e in edizione limitata, laddove altri preferiranno la sicurezza di un marchio affermato o la facilità di una prova in negozio. Inoltre, il suo modello richiede di fidarsi a priori della qualità (eccellente) del laboratorio per prodotti a volte innovativi (es: il jogpant con coulisse in lana: bisogna osare). Ma è proprio questo che ne fa l’attrattiva: Couturier Parisien offre un’esperienza più autentica ed esclusiva, quasi un acquisto da “iniziato” sapendo che proviene direttamente dal laboratorio di famiglia che produce anche per i grandi nomi del lusso.
Appuntamento tra dieci giorni per il nostro verdetto sulla Jungle Jacket e il pantalone Ottoman
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